Salute e Dintorni

Digiuno: dal senso di fame alla morte.

Il digiuno, ovvero l’astinenza (volontaria o meno, intermittente o periodica) dall’alimentarsi, è promosso da sempre più fonti come un metodo per rimanere in salute e ritrovare il peso forma. Va da sé che l’organismo, per sopravvivere e sostenere le sue funzioni vitali, necessita di energia, pertanto qualsiasi forma di digiuno va sempre praticata sotto stretto controllo medico o di un esperto nutrizionista. In questo approfondimento tratteremo le conseguenze (sia positive, che negative) dell’astinenza da cibo, e ne sveleremo i lati oscuri.

Dichiarazione della fonte: la traccia che seguirò per la trattazione dell’argomento, nonché la narrativa dello stesso, deriva in larga parte dall’articolo: “What Happens When We Starve? Phases of Starvation” di Thomas C. Weiss.

Introduzione

L’essere umano può sopravvivere senza ossigeno per circa cinque-dieci minuti e circa tre-otto giorni senza acqua. Tuttavia, senza cibo si può vivere anche fino a 70 giorni.

La maggiore resistenza del corpo in occasione di assenza di cibo risiede in un meccanismo evolutivo fatto di difese fisiologiche e metaboliche che opera per mantenere in vita una persona il più a lungo possibile nel caso in cui non abbia accesso al cibo.

Quella che segue è la spiegazione dettagliata di come il corpo combatte per mantenersi in vita in caso di digiuno totale e prolungato.


Prima fase del digiuno.

Il Glucosio immagazzinato nel fegato si esaurisce.

Dopo qualche ora che non ci si alimenta lo stomaco produce un ormone, la grelina, che ha la funzione di inviare segnali di fame al cervello (che in persone predisposte, possono provocare un leggero senso di nausea), affinché il soggetto possa procurarsi cibo e alimentarsi. Ovviamente, ai fini della narrazione, il nostro volontario virtuale ignorerà il messaggio e non si alimenterà.

Nella prima fase del digiuno, si esauriscono le riserve di glucosio immagazzinato nel fegato, che servono al corpo per produrre glicogeno. Da questo momento, il glicogeno necessario a mantenere le funzioni vitali verrà creato elaborando proteine e grassi.

Seconda fase del digiuno.

La Chetosi Metabolica

Questa seconda fase, che può durare alcune settimane, vede i grassi utilizzati come fonte primaria di energia, attraverso un processo metabolico definito “Chetosi“.

Il fegato elabora gli acidi grassi trasformandoli in chetoni (o corpi chetonici), che verranno usati come carburante dal cervello e per la sopravvivenza delle funzioni vitali.

Consulta anche: Gluconeogenesi

Terza Fase del digiuno.

Il corpo comincia a “mangiarsi” i muscoli

Esaurite le riserve di grasso utilizzabili a scopo di chetosi metabolica, le proteine diventano la risorsa primaria di energia.

I muscoli, che sono la fonte più abbondante di proteine, iniziano un processo di degradazione affinché il corpo possa reperire risorse energetiche per sopravvivere.

In questa fase, oltre ad una rapida perdita di peso, si verifica apatia, estrema fatica, minore risposta immunitaria.

Durante la terza fase si può morire non come conseguenza della mancanza di cibo, ma per una minore protezione contro le infezioni.

E’ in questa fase che le conseguenze del digiuno cominciano a farsi “visibili”: cambiamento del colore dei capelli, pelle sottile e secca, gonfiore addominale (si, proprio quel gonfiore addominale) causato dalla carenza di proteine. Spesso queste conseguenze non sono reversibili.

Quarta fase del digiuno

Il decesso.

Lo stadio finale della fame di solito porta con sé una delle due diverse malattie: Kwashiorkor e Marasmus. La prima è caratterizzata dall’addome gonfio ed è causata da carenza di proteine, mentre la seconda è caratterizzata da estrema magrezza, con livelli di grasso corporeo prossimi allo zero e rischio di collasso degli organi interni.

Altre patologie comuni in questa in questa fase sono lo Scorbuto (carenza Vitamina C), Beriberi (carenza vitamina B1), e nei bambini si può sviluppare Rachitismo (carenza vitamina D).

I grassi, il glucosio, la massa muscolare e i tessuti sono risorse limitate che l’organismo ha utilizzato fino all’ultima cellula e il soggetto è destinato alla morte.

L’estrema deficienza di vitamine e minerali danneggia gravemente il sistema immunitario. Le cause di morte in questa fase, oltre alle infezioni -anche la minima infezione può avere esito fatale, possono essere collasso cardiaco, o sbilanciamento degli elettroliti.

Vuoi discutere di questo articolo con i tuoi follower? Condividilo sui Social Network
Lucia Del Neri
La decana del sito. Oltre che a pubblicare direttamente, si occupa della prima revisione dei contributi inviati dai redattori esterni. ------ Note biografiche disponibili nella pagina Redazione | Tutti gli articoli, ove non espressamente specificato, sono sottoposti a Revisione Scientifica e Fact Checking.
Avvisami di nuovi commenti
Notificami
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments