Salute e Dintorni

[NO-VAX che grattano con le unghie sui vetri] “E allora i fumatori? E L’alcool?”

Ultimo aggiornamento: 10 Gennaio 2021

Iniziata, non senza qualche intoppo, la campagna vaccinale anti Covid-19 a fine Dicembre, il dibattito politico e sociale è infiammato dal dubbio: obbligo vaccinale o no? Come redazione confidiamo che non sia necessario rendere obbligatorio il vaccino, perché una popolazione mentalmente sana e responsabile non deve vaccinarsi per imposizione governativa, bensì per libera scelta di civiltà e rispetto per se stessi e per il prossimo.

Uno Stato che, arbitrariamente, imponga la vaccinazione alla popolazione pena limitazioni nella circolazione e nelle libertà personali è la materializzazione dei peggiori incubi degli anti vaccinisti, o no-vax che dir si voglia.

Lo stesso Stato che obbliga all’uso delle cinture di sicurezza in auto e il casco quando si circola in moto, potrebbe -in caso di non raggiungimento della soglia minima del 70% di vaccinati in tempi rapidi- decidere per mezzi un po’ più, uhm… diciamo, persuasivi per convincere la popolazione a vaccinarsi.

L’ipotesi è oltremodo inquietante per i novax: una sorta di patentino vaccinale li obbligherebbe a venire allo scoperto, rendersi riconoscibili anche al di fuori della confort-zone del loro computer: intelligentissimi (secondo loro) esemplari di essere umano che da un giorno all’altro potrebbero non poter viaggiare perché le Compagnie Aeree chiederanno il patentino vaccinale per salire sull’aereo e, progressivamente, gli potrebbe essere inibito l’accesso a molti ristoranti, cinema, supermercati.

L’art 187 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza del 1940 recita: «gli esercenti non possono, senza un legittimo motivo, rifiutare le prestazioni del proprio esercizio a chiunque le domandi e ne corrisponda il prezzo». Vero, ma la mancata presentazione di un patentino vaccinale, qualora venisse istituito, potrebbe concretamente rappresentare un “legittimo motivo”, per un privato, di lasciare alla porta un no-vax.

Non so voi, ma ad una palestra che oltre al certificato medico richiede anche quello vaccinale mi ci iscriverei subito. Non fosse altro che per il piacere di allenarmi senza il rischio che il classico pirla che non scarica le macchine dopo averle usate sia anche un no-vax. [Generalmente quegli idioti che non usano l’asciugamano, non puliscono gli attrezzi e non li scaricano dopo l’uso sono SEMPRE anche novax! – N.d. Angela Garella] [L’ho sempre sospettato.. – N.d. Stuart D. ]

La sola possibilità di essere “schedati al contrario” (rende l’idea?) sta facendo andare nel panico coloro che -senza alcuna plausibile ragione che non sia meramente ideologica- sono contrari a vaccinarsi. E, si sa, in una situazione di forte stress l’organismo entra in modalità scappa-o-combatti, l’afflusso sanguigno viene sparato verso gli arti inferiori privando il cervello della necessaria ossigenazione e si tenta una difesa tanto patetica quanto inconsistente, tipo…

“Se lo Stato ci tiene alla mia salute perché vende sigarette? E perché l’alcool è legale??!!1111”?

Ora, cari no-vax, giusto perché non pensiate che mi sto scagliando contro le vostre paranoie così, per partito preso, devo darvi atto di un paio di punti:

  1. L’alcool è in assoluto la droga più pericolosa del mondo. Sia per i danni diretti che quelli indiretti che produce. Idem le sigarette e tutti i prodotti da tabacco lavorato. Ogni sigaretta fumata è come giocare alla roulette russa con la propria salute: 70.000 morti l’anno in Italia secondo la Fondazione Veronesi. Di COVID-19, da Febbraio a Novembre 2020, ne sono morti 57.647. [Fonte: Fanpage.it]
  2. Sia sull’alcool (legale in Italia) che sul tabacco (legale in Italia) lo Stato percepisce un gettito fiscale elevatissimo. Il che, se vogliamo, rende lo Stato un tantino ipocrita.

Non mettetevi comodi però. La mia simpatia per voi finisce esattamente qui.

Le Accise, queste sconosciute.

Le accise sono imposte che lo Stato applica (e incassa) su determinati beni. La benzina, ad esempio, ma anche su luce e gas. E, ovviamente, su sigarette e alcool.

Sigarette (e tabacchi lavorati)

Il costo medio di un pacchetto di sigarette è di 5 euro. Lo Stato si assicura un generosissimo 59,8% di imposte + 22% di Iva. Al tabaccaio vanno 50 centesimi (10%) e al produttore la parte rimanente. [Fonte]

Nel 2019 il gettito fiscale complessivo dei prodotti a base di tabacco lavorato è stato di 13,9 Miliardi di euro, secondo IlSole24Ore. La spesa sanitaria pubblica per le patologie legate al fumo rappresenta poco meno del 7% della spesa pubblica sanitaria totale [Fonte] [Il dato che ho trovato è del 2010, se il lettore ha dati più aggiornati, li segnali con un commento – N.d.A.]

Semplificando brutalmente: il fumatore, ogni volta che acquista un pacchetto di sigarette, sta già “pagando” per le eventuali cure di cui potrebbe aver bisogno in futuro.

Un Novax invece no, trolla gratis su internet. E basta.

Veniamo all’alcool.

Anche sugli alcolici destinati al consumo alimentare lo Stato si assicura una generosissima fetta degli incassi. L’accisa, tuttavia, non si calcola in percentuale sul prezzi di vendita ma con una quota fissa ad ettolitro (100 litri) anidro pari a:

Alcol etilico (per ettolitro anidro)1.035,52 euro
Birra (per ettolitro e per grado plato)2,99 euro
Vino (per ettolitro) 
  – fermo (still wine)zero
  – spumante (sparkling wine)zero
Bevande fermentate diverse dal vino e dalla birra (per ettolitro) 
  – ferme (still)zero
  – spumanti (sparkling)zero
Prodotti alcolici intermedi (per ettolitro)88,67 euro

Cui va aggiunta l’IVA al 22% calcolata al lordo dell’accisa.

Nel 2019 il gettito fiscale da prodotti alcolici soggetti ad accise è stato di 1,4 Miliardi di euro. [Fonte]

Diversamente dal tabacco, la spesa pubblica o il danno sociale derivante dall’uso di alcool non è quantificabile semplicemente: l’uso di alcool, anche occasionale, può produrre danni alla persona o agli altri, alle cose private o pubbliche. E’ plausibile pensare che lo Stato abbia comunque le spalle sufficientemente coperte.

E ricordate, qualche riga fa, l’incasso per lo Stato di 1,4 Miliardi di Euro dagli alcolici? L’intera campagna vaccinale anti Covid-19 avrebbe, secondo Report – Rai- un costo di 1,5 Miliardi di Euro.

Con buona pace di chi pensa che i vaccini siano un grosso, grasso, affare per Big Pharma. Macchè. I soldi grossi li fanno con ben altri medicinali e terapie (devo davvero ricordarvi che Pfizer commercializza il Viagra in tutto il mondo a 70 euro per quattro pastiglie dimmerda?)


In conclusione

Uno Stato laico e democratico come l’Italia, paternalista ma non totalmente proibizionista, che deve mediare tra il proteggere la salute pubblica e garantire la libertà di scelta dell’individuo, ma anche far quadrare i bilanci, può incorrere in quella che sembra un’ipocrisia: detenere il monopolio e incassare le accise su tabacchi e alcool. Fatti i conti della serva, tuttavia, l’incasso dalla vendita di sigarette e alcoolici copre, ampiamente, il costo sanitario derivante dai problemi che queste droghe causano.

L’argomentazione dei no-vax, pertanto, quando si ventila l’ipotesi di imporre la vaccinazione, che se lo Stato tenesse alla salute dei cittadini rinuncerebbe in primis alla vendita di sigarette e alcolici è largamente inconsistente. E pure un po’ infantile, se mi consentite.

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Stuart Delta
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