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Cuneo: locale aperto solo ai vaccinati. Ma è il caso, ADESSO?

Nelle ultime ore sta facendo discutere l’ipotesi, estesa dal gestore di un locale di Cuneo, di permettere l’accesso solo ad avventori in possesso del certificato vaccinale contro il COVID-19. Idea suggestiva e provocatoria, ma è davvero opportuno proporla adesso?


Editoriale di: Pavel Fucsovic.

Scorrendo le news dell’iPhone, oggi, su ben tre fonti, è balzata ai miei occhi questa news: “Il mio bar vietato ai non vaccinati»: la provocazione del barista di Cuneo per riaprire in sicurezza“.

Ne parlano, tra gli altri, OPEN, da cui ho scopiazzato il grassettato sopra, nonché Fanpage.it (“Cuneo, un locale aperto solo ai vaccinati. Il gestore Michele: “Ora ho paura di ritorsioni”) e Quotidiano Piemontese (“Birrovia di Cuneo vuole diventare Cafe’ Covid Free: si entrerà solo se vaccinati“). Ne parla anche La Stampa, quotidiano torinese, ma il relativo articolo è protetto da paywall quindi niente link: se volete pubblicità pagateci, le nostre porte sono sempre aperte.

Insomma, il titolare della “BIRROVIA” di Cuneo, 3/5 di valutazione su Trip Advisor , ignaro del fatto che, almeno per larga parte del 2021, il target della campagna vaccinale sono: medici, infermieri e over 80 ha già messo le mani avanti: “nel mio locale entrerà solo chi è in possesso dell’attestazione di avvenuta vaccinazione contro il COVID-19.

L’idea è, in buona sostanza, quella di creare:

Voglio, come Birrovia, diventare un Cafe’ COVID Free
Proprio così …
E pazienza se qualcuno già sorriderà, o se qualcun altro mi insulterà
Voglio veder rispettato da qualche autorità il mio DIRITTO al lavoro
Il cafe’ COVID Free sarà un locale senza limitazioni di orario e con una certificazione rilasciata dagli enti preposti riguardo la capienza, il distanziamento, i dispositivi di protezione e i protocolli vigenti in materia prevenzione.

Quote da “Quotidiano Piemontese”


Ora. Non voglio sovrappormi a quella che è la posizione ufficiale di Virtua Salute sull’obbligo vaccinale, che è in buona sostanza: “Confidiamo che non sia necessario renderlo obbligatorio“, alias, speriamo che i cittadini si facciano furbi una buona volta.

Non di meno, la via che porterà ad avere pieno accesso a servizi e locali solo ai possessori di un certificato vaccinale sembra ormai fisiologica. Non dimentichiamoci, ad esempio, che Alitalia, già alla fine dell’Estate 2020 richiedeva un tampone negativo per accedere alla sua flotta aerea.

Quindi. Pur ribadendo che auspichiamo che la campagna vaccinale anti Covid raggiunga percentuali soddisfacenti tali da ottenere un abbozzo di immunità di gregge, sarebbe utopistico escludere a priori che la vaccinazione possa essere usata nell’imminente futuro come coatta conditio sine qua non per tornare in possesso della facoltà di spostamento, circolazione e aggregazione sociale.

Perché quindi il titolare della BIRROVIA è stato così duramente criticato?

Innanzitutto, la sua provocazione arriva in un momento in cui, anche volendo, il target medio del suo locale non può vaccinarsi. Non sono mai stato alla Birrovia, ma dubito fortemente sia una bocciofila per anziani in cui farsi una briscola, un bicchiere di Barbera e commentare l’andamento dei cantieri Cuneesi.

Inoltre, la vaccinazione non è in alcun modo sinonimo di “COVID-FREE”. La vaccinazione garantisce (con buona, ma non totale, certezza) che l’infezione da Sars-CoV-2 non causi problemi alla salute, in quanto il proprio sistema immunitario è già preparato a combattere il virus. Saremo COVID-FREE, ovvero liberi dal Covid, ovvero totale assenza del virus in circolazione, tra non meno di un anno. Se ci dice bene. Fino alla prossima mutazione radicale.

Non vi sono ancora evidenze scientifiche che una persona vaccinata non possa contrarre il virus e -anche se non subirà conseguenze gravi- diffonderlo. Vaccino o no, il “ritorno alla normalità” è ancora lontano, purtroppo.

La maggiore critica è di tipo legale. Di fatto, anche se indirettamente, il titolare della Birrovia (che, sia chiaro, essendo un locale PRIVATO, ha più o meno piena facoltà di servire chi gli pare) ha chiesto l’intervento del Governo affinché istituzionalizzi locali “covid-free”, con orario e offerta senza limitazioni, e locali ad accesso indiscriminato.

Ed è quest’ultimo punto ad aver fatto insorgere non solo i classici “hater” dei social (il cui impatto sui media mainstream pare non conoscere crisi, maledetti giornalisti scansafatiche!) ma anche gli operatori del settore della ristorazione e dell’intrattenimento notturno, con le ossa già sufficientemente rotte a causa dell’attuale pandemia.

Detto questo:

Come ho scritto in un precedente commento, proprio qui su questo sito, in questo momento è essenziale che la campagna vaccinale promossa dallo Stato Italiano coinvolga il maggior numero possibile di cittadini. Rispettando le priorità, l’ordine deciso dal Governo e soprattutto INFORMANDO CORRETTAMENTE i cittadini, senza imposizioni e senza ricattucci morali che non farebbero altro che ottenere chiusura da parte degli “indecisi”, ovvero quella terra di mezzo che questa dannata polarizzazione dell’informazione tenta di trascinare da una parte o dall’altra.

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Pavel Fucsovic
Nato in Croazia ma naturalizzato Italiano, Laureato in Scienze Motorie e raffinato scrittore di brevi racconti. Collabora anche con testate web locali del Nord-Est. ------ Note biografiche disponibili nella pagina Redazione | Tutti gli articoli, ove non espressamente specificato, sono sottoposti a Revisione Scientifica e Fact Checking.
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