Salute e Dintorni

Quanto è dannosa per la salute la tecnologia 5G? – Prima Parte

Cosa NON è il 5G

Prima di iniziare a parlare di connessione tra tecnologia 5G e rischi per la salute, vediamo con NON è il 5G.
A chiarirlo è un articolo del Sole 24 ore che sottolinea come, erroneamente, la 5G sia identificata con la sola mobilità.
Tendiamo infatti ad identificarla solo con velocità di navigazione, streaming e download più elevate.
In realtà si tratta di una vera e propria rivoluzione delle connessioni di reti, con un pacchetto di standard e tecnologie che entreranno anche sulla rete fissa a banda ultra larga: l’internet delle “cose”.
Sarà quindi presente anche in situazioni di “non mobilità” e slegate dal mondo smartphone.
La 5G, infatti, è stato progettata per una migliore connettività, aumentare la capacità e ridurre la latenza, che è il tempo impiegato dai dispositivi per comunicare tra loro.

In Italia, Fastweb ha acquistato nel 2018 il pacchetto di frequenze di Tiscali: 40 MHz nella banda 3.5-3.6 GHz.
Una porzione importante di spettro 5G a cui si sono poi aggiunti 200 Mhz in banda 26GHz acquisiti nell’ambito dell’asta 5G, che concludono le fondamenta che permetteranno la realizzazione della rete 5G a partire dal 2020.

L’esposizione a radiazioni a radiofrequenza

Il campo elettromagnetico in fisica è un campo tensoriale, costituito dalla combinazione del campo elettrico e del campo magnetico, responsabile dell’interazione elettromagnetica:

  • i campi elettrici sono presenti ovunque ci siano linee elettriche o prese, sia che l’elettricità sia accesa o meno;
  • i campi magnetici vengono creati solo quando le correnti elettriche scorrono.

L’interazione elettromagnetica è responsabile dell’interazione tra oggetti che possiedono carica elettrica, “sorgenti” del campo elettromagnetico che ne rappresenta l’interazione in ogni punto dello spazio.
La radiazione elettromagnetica esiste come uno spettro di diverse lunghezze d’onda e frequenze, che sono misurate in hertz (Hz): numero di cicli al secondo.
Le linee elettriche funzionano tra 50 e 60 Hz, che si trova all’estremità inferiore dello spettro.
Le onde a bassa frequenza, insieme alle onde radio, le microonde, la radiazione infrarossa, la luce visibile e parte dello spettro ultravioletto, formano la radiazione non ionizzante.

Le onde ad alta frequenza, invece, includono i raggi X e i raggi gamma, negli spettri petaHertz ed exaHertz.
Queste tipologie sono radiazioni ionizzanti, pericolose per l’essere umano, in quanto conducono energia sufficiente a rompere le molecole e causare lesioni, danni somatici e danni genetici al corpo umano.
I campi elettromagnetici a radiofrequenza (RF-EMF) includono tutte le lunghezze d’onda da 30 kiloHertz a 300 GHz.
L’esposizione di massa agli RF-EMF proviene principalmente dai dispositivi portatili – come smartphone e tablet – e da stazioni base di antenne TV, smartphone e applicazioni mediche.
Si tratta di emissioni RF-EMF a bassi livelli, ma per quanto riguarda la tecnologia 5G?

Photo by Mika Baumeister on Unsplash

La nuova interpretazione di rete “user centric”

L’Italia ha norme molto restrittive sulla radioprotezione e di conseguenza sui limiti sulle emissioni elettromagnetiche.
Un contesto tale, per l’evoluzione delle reti 5G, induce a pensare a difficoltà esecutive per la corretta introduzione della nuova tecnologia e il rispetto dei limiti cautelativi.
La rete 5G capovolge di fatto il concetto di rete, non più intesa come struttura statica con requisiti indistinti ad ogni applicazione, ma definisce il concetto di rete “user-centric” dove il termine user acquisirà una veste nuova.
Per capire questo cambio di paradigma, basti pensare che solo uno dei tre pillar del 5G:

  • eMBB (enhanced Mobile Broadband), sarà destinato all’utente “tradizionale”,

mentre gli altri due pillar:

  • mMTC (massive Machine Type Communications)
  • URLLC (Ultra Reliable Low Latency Communications)

saranno destinati alle utenze “innovative” in diversi campi di applicazione (settore trasporti, energia, ecc… ).

Il progetto internazionale dell’OMS

L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) sul tema tecnologia 5G dichiara:

Ad oggi, non sono stati confermati effetti negativi sulla salute derivanti da esposizioni a basso livello e a lungo termine a radiofrequenza o a campi di frequenza di potenza, ma gli scienziati stanno continuando attivamente la ricerca.

In risposta alle crescenti preoccupazioni per la salute pubblica sui possibili effetti derivanti dall’esposizione a un numero sempre crescente di radiazioni e alla diversità delle fonti di campo elettromagnetico, nel 1996 l’OMS ha lanciato un progetto di ricerca multidisciplinare: l’EMF.

Il progetto internazionale EMF riunisce le conoscenze attuali e le risorse disponibili delle principali agenzie e istituzioni scientifiche internazionali e nazionali.
I risultati dell’EMF non sono ancora stati pubblicati.

Secondo la brochure di presentazione:

Il progetto è supervisionato da un comitato consultivo composto dai rappresentanti di otto organizzazioni internazionali, otto istituzioni scientifiche indipendenti e più di 50 governi nazionali, per fornire una prospettiva globale.
Il progetto scientifico è condotto in collaborazione con la International Commission on Non-Ionizing Radiation Protection (ICNIRP).
Tutte le attività sono coordinate dall’OMS.

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Lucia Fava
Copywriter ed esperta di social media marketing, è la responsabile del coordinamento con i revisori scientifici. Si occupa di ricerca fonti e fact checking. ------ Note biografiche disponibili nella pagina Redazione | Tutti gli articoli, ove non espressamente specificato, sono sottoposti a Revisione Scientifica e Fact Checking.
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