Recensioni

Super Size Me 2: Holy Chicken! (2017)

Ultimo aggiornamento: 26 Maggio 2020

Tredici anni dopo le (dis)avventure di “Super Size MeMorgan Spurlock ne scrive, conduce e dirige il sequel: “Super Size Me 2: Holy Chicken!“. Il mockumentary, character-driven, con lo stile dissacrante già visto nel precedente film, racconta il progetto del protagonista di aprire un fast food specializzato in pollo. Perché il pollo è più… sano!

Introduzione

Il mio primo post su Virtua Salute! [Applausi registrati].

L’investitura ufficiale come autore del sito nasce da una carambola di assegnazioni rifiutate, tentativi di corteggiamento online e becero NONNISMO da parte di una delle autrici del sito. Di cui non farò il nome: Angela Garella.

Angela Garella : Stuart sei online?
Stuart De. : Sempre. Dimmi…
A. G. : Ti stavo pensando…
S. D. : Mmmmm!
S. D. : Dammi un’altra bella notizia: come sei vestita?
A. G. : …
S. D. : Nuda?
A. G. : Sei un idiota
S. D. : Lo so.. l’ho anche fatto mettere sul biglietto da visita
A. G. : Lucia mi ha chiesto di recensire Super Size Me 2
A. G. : Zero voglia
A. G. : Pavel si è già rifiutato

S. D. : Dai poteva andarti peggio qualcosa tirerai fuori… come al solito
A. G. : Non hai capito. Ho deciso che la recensione la scrivi tu!
S. D. : Devo farti da ghost writer?
A. G. : No. La scrivi tu, la pubblichi tu ecc. io non ne voglio sapere nulla…
S. D. : Non si era deciso che non avrei mai scritto per VS?
A. G. : Per Super Size Me 2 vai benissimo anche tu.
S. D. : Non suona come un complimento…
A.G. : Non lo è infatti
S. D. : Comunque ok me ne occupo io… ma tornando a cose più serie, come sei vestita?
S. D. : Ci sei ancora…?
S. D. : Angy….???

Skype (10 Maggio 2020)


Secondo voi in quanto sopra può delinearsi una “sexual misconduct“? Il dubbio mi sorge perché in un’epoca post #metoo passare dalla parte dei cattivi è un attimo. Ora, voi non conoscete Angela Garella, ma posso assicurarvi che provare a sfiorarla senza sua esplicita autorizzazione significa ritrovarsi rapidamente ad aver bisogno di un chiropratico e di un buon dentista. E comunque, io sono il Signor Nessuno e quei pochi che mi conoscono sanno bene che sarebbe a dir poco innaturale se non mi macchiassi, un giorno si e l’altro anche, di “sexual misconduct“.

Senza alcun appello fu la condanna unanime dei media, del pubblico e di Hollywood alla confessione spontanea di Morgan Spurlock di aver ‘praticamente’ stuprato una compagna di università, molestato una donna sul posto di lavoro e sistematicamente tradito l’ex moglie e le sue fidanzate. In piena psicosi da #metoo, nel Dicembre 2017, il regista pensò bene di scrivere un post: “I’m part of the problem” in cui, in sostanza, ammetteva un lunghissimo curriculum di condotta sessuale predatoria che partiva dai tempi del college.

Scusa non richiesta, accusa manifesta, si dice. Ma l’America adora le storie di pentimento, di rinascita, i perdenti; gli uomini che manifestano la loro umanità, i loro limiti, i loro sbagli. Certo, a patto che non c’entri il sesso: in un veloce precipitare degli eventi Morgan Spurlock vedrà “Super Size Me 2” ritirato da Youtube Red (oggi Youtube Premium) che per primo si era assicurato i diritti di distribuzione, sarà caldamente invitato a dimettersi dal ruolo di dirigente della sua stessa società di produzione, la Warrior Poets, nel giro di qualche mese si vedrà trascinato in tribunale dalla Turner Entertainment Co.

Dalla metà del 2018 di Morgan Spurlock non si hanno notizie di rilievo. Tanto meno progetti cinematografici in vista. Ma, come suol dirsi, siamo qui a giudicare l’opera e non l’uomo e “Super Size Me 2 – Holy Chicken!” è oggi disponibile su Prime Video.

Per motivi che sarebbero ovvi anche ad un bifolco di Colombus (Ohio, Stati Uniti), la consueta voce “plausibilità scientifica” recherà un N/D. È un mockumentary, è infotainment, non ha pretese “scientifiche” in senso stretto così come non le aveva Super Size Me.

Super Size Me 2 – Holy Chicken

Prima il trailer!

Sono passati tredici anni dal successo sia di pubblico che presso la critica (il mockumentary fu candidato agli Oscar) di Super Size Me. Morgan Spurlock è percepito dall’opinione pubblica come un alfiere dell’alimentazione sana nonché detrattore numero 1 dei fast food.

In oltre un decennio, tuttavia, ben poco è cambiato. Se non che le catene di fast food americane hanno aggiunto piatti, diciamo, salutari alle loro proposte: insalatone, torte fatte in casa, verdura fresca in accompagnamento agli hamburger. Specchietti per le allodole, la scelta prioritaria del pubblico americano rimangono i fritti, le carni ultralavorate, junk food.

L’idea: se vuoi risolvere un problema, devi diventare parte del problema (cit.). Morgan Spurlock aprirà un fast food tutto suo. A Colombus, in Ohio, la patria dei fast food. Se un ristorante ha successo in questa città, avrà successo anche nel resto del mondo.

La trama di Super Size Me 2 – Holy Chicken! si può riassumere in questo modo: il protagonista segue, da zero, tutto il processo di marketing, produttivo e promozionale che sta dietro il lancio di un ristorante. Grazie a questo percorso ne denuncerà le ipocrisie, le falsità, la sostanziale truffa ai danni dei consumatori.

Complici, più o meno inconsapevoli, dell’operazione saranno le ragazze di CDD Innovation. La CDD Innovation è un’azienda assurda: studiano e realizzano piatti per conto terzi, in particolar modo per le grandi catene. Ma non solo, costruiscono intorno al singolo piatto un background. Perché quando ordini un hamburger non stai solo acquistando un panino, ma anche la storia che ci sta dietro.

Il pollo è l’alimento che viene eletto come cardine del menu del futuro ristorante di Spurlock: è economico, largamente disponibile, ma soprattutto percepito come sano.

Mentre CDD Innovation si mette all’opera per ideare il panino perfetto per il fast food del regista, si apre un importante (come minutaggio) troncone del film: allevare direttamente i polli che diventeranno cotolette per conferire un ulteriore messaggio di genuinità ai futuri piatti.

E qui sorge il primo problema: BIG CHICKEN. Ovvero un “cartello” che riunisce i principali cinque allevatori negli Stati Uniti. Un sistema chiuso all’interno del quale è difficile entrare. Difficile ma non impossibile, certo, a patto di accettare condizioni di fornitura proibitive per qualsiasi novellino voglia buttarsi nel mondo dell’allevamento di polli. L’America, terra di Libertà imprenditoriale, ma anche sto cazzo se il tuo american dream è di allevare polli, ti conviene cambiare immediatamente progetto di vita.

Spurlock riuscirà comunque ad assicurarsi un carico di pulcini grazie ad una delle pochissime aziende in America ancora indipendenti dalla mafia Big Chicken. Ometto ulteriori dettagli di ciò che avviene dopo: niente di ciò che avviene a video dalla schiusa delle uova al deposito dei pulcini nell’hangar che diventerà l’allevamento è sostenibile per l’animalista medio. Sul serio: se siete vegani o vegetariani, tenetevene lontani.

SCROCK! Oh cazzo ne ho pestato uno!

ooops!


Sulla base di indagini scrupolose compiute sul campo (alias: Spurlock e due sciure della CDD Innovation che si sfondano di panini di pollo), si giunge a due conclusioni: la scelta più “sana” è il panino col pollo grigliato. La scelta più “popolare” è il panino col pollo fritto.

Il panino di punta del fast food di Spurlock sarà quindi: il Panino con pollo fritto-grigliato. Una cotoletta di pollo prima impanata, poi fritta, poi grigliata (LOL!). Accompagnata, ovviamente, da verdura fresca e maionese piccante.

La scelta è azzardata, serve un elemento in più che conferisca percezione di qualità ai panini di Spurlock: i polli devono essere free range (l’equivalente di “ruspante”, in Italia). Il problema verrà risolto in cinque minuti grazie ad un buco normativo americano: il pollo, per esser definito ruspante non deve essere necessariamente lasciato libero di andare in giro; è sufficiente che gliene sia data la “possibilità”.

Animalisti, copritevi gli occhi una seconda volta, please. E, nel corso della successiva mezzora, anche una terza e una quarta.

Non essendo un documentario in senso stretto, non voglio svelare il finale. Che, vi anticipo, sarà dolceamaro. Abbiamo un’idea di marketing, una vision legata ai piatti che verranno serviti nel ristorante, abbiamo i muri (un ex Wendy’s) e una bella promozione della futura apertura del fast food di Spurlock: chi non vorrebbe assaggiare un panino servito dal nemico pubblico del cibo spazzatura americano e, da adesso, della mafia Big Chicken?


Giudizio Critico complessivo: 7/10 (se non siete animalisti)

Morgan Spurlock prosegue la sua campagna di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sull’intrinseca pericolosità di quanto spacciato dalle catene di fast food americane. Se nel primo Super Size Me si era sacrificato personalmente per dimostrarne le conseguenze sul corpo e sulla mente [chi lo ha visto si ricorda che ne uscì sovrappeso, depresso e… puzzolente! – N.d.A.], nel sequel si infiltra nel sistema per rivelarne le bugie e le ipocrisie.

Qualità tecnica: 8/10

Per Super Size Me 2, Spurlock può contare su un budget decisamente più consistente rispetto al primo film e si vede. Se l’opera precedente era per lo più un montaggio con Adobe Premiere di clip prese col cellulare o una telecamera a basso costo, il sequel è più vicino a mockumentary in stile Michael Moore.

Rispetto per lo spettatore: 6/10

A meno che non siate vegani/animalisti. In questo caso il voto sarà ovviamente 0/10.

Morgan Spurlock “gioca” con lo spettatore. L’umorismo (nerissimo) sfocia spesso e volentieri nel cattivo gusto. I contenuti sono rivolti quasi esclusivamente ad un pubblico yankee, le informazioni condivise dal documentario sono attinenti alla economia e alla politica americana.

Essenzialmente, per uno spettatore europeo sapere dell’esistenza di un cartello degli allevatori di pollo o come viene classificato un pollo ruspante negli Stati Uniti ha utilità prossima allo zero.

Rimane, per tutti, il godibile tono da commedia di Super Size Me 2 – Holy Chicken! che indurrà lo spettatore a ritenersi fortunato di abitare fuori dagli Stati Uniti.


Scheda Tecnica “Super Size Me – Holy Chicken!”

Genere: Mockumentary

Durata: 1 h 33′

Regista: Morgan Spurlock

Anno: 2017

Scheda IMDB

Audio: inglese

Sottotitoli: italiano disponibile

Distribuzione: Prime

Giudizio globale: 7/10

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Stuart Delta
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Matt

Grande recensione!!!! 😀
Concordo su tutto, soprattutto su SCROCK! Oh Cazzo ne ho pestato uno! 😀
Morto!
ora voglio la recensione del primo super size me però!

G.G.G.

A parte che come Matt voglio anche io la recensione del primo supersize me…
la domanda è: ma alla fine Angela ti ha risposto? 😀

Angela Garella

L’ho bloccato.

Fabry

SPOILER

Il finale non è dolceamaro come scritto in recensione, è proprio atroce per il povero allevatore complice di Spurlock. L’idea che gli è stata fatta terra bruciata intorno dopo l’uscita del film fa pensare davvero che ci lamentiamo del sistema Italia, ma in tutto il mondo, anche nella liberalissima america, è così uguale.

FINE SPOILER

Forse negli Stati Uniti si sta muovendo qualcosa: https://www.theguardian.com/environment/2019/aug/03/is-the-us-chicken-industry-cheating-its-farmers

ps: ma la recensione di HEAL, documentario del 2017 sul potere curativo della mente? L’ho visto e ho opinioni contrastanti..