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Difficoltà, povertà e violenza durante l’infanzia alterano il funzionamento del cervello [ACNP.ORG]

Ultimo aggiornamento: 25 Gennaio 2020

Siamo abituati a pensare che le esperienze traumatiche vissute durante l’infanzia “formino il carattere”. In bene o in male, siamo del resto tutti frutto dell’ambiente in cui siamo nati e cresciuti. Uno studio presentato al 58° meeting annuale dell’ACNP dimostra però che le avversità vissute da bambini modificano il cervello anche “fisicamente”.

I ricercatori hanno analizzato i dati raccolti da 177 giovani di età compresa tra 15 e 17 anni che avevano preso parte a uno studio a cui i soggetti avevano partecipato sin dalla nascita. Circa il 70 percento dei volontari erano afro-americani e quasi la metà viveva al di sotto della soglia di povertà.

È stato scansionato il cervello dei partecipanti con la risonanza magnetica, concentrandosi sulla connettività della materia bianca tra diverse aree chiave: l’amigdala, che è nota per svolgere un ruolo nella paura e nell’elaborazione delle emozioni, e regioni specifiche della corteccia prefrontale (PFC). Il lavoro precedente di questo gruppo di ricerca ha stabilito che una ridotta connettività tra le due regioni del cervello è collegata a una risposta esacerbata alle minacce da parte dell’amigdala.

Le risonanze magnetiche suggeriscono un legame tra l’esposizione alla violenza e la privazione sociale durante l’infanzia. Quando i bambini nello studio hanno subito più violenza (abuso, esposizione alla violenza domestica o violenza di quartiere) e privazione sociale (abbandono, mancanza di relazioni con membri del quartiere e mancanza di supporto materno), i ricercatori hanno osservato lo sviluppo di una ridotta connettività tra l’amigdala e la PFC nell’adolescenza.

Nessuna delle variabili era da sola collegata ai cambiamenti del cervello. Quando un bambino ha subito violenza ma ha anche avuto supporto sociale, la connettività ridotta non era evidente. Lo stesso valeva quando un bambino viveva una privazione sociale ma nessuna violenza.

I ricercatori sono stati sorpresi di non trovare alcun legame tra i cambiamenti del cervello e problemi di salute mentale come la depressione o l’ansia. Ma poiché spesso sorgono problemi di salute mentale durante il passaggio dall’adolescenza all’età adulta (>20 anni), hanno in programma di seguire i partecipanti allo studio per monitorare la salute mentale e determinare se persistono le associazioni tra esposizione alla violenza, privazione sociale e cambiamenti cerebrali.

Fonte: https://acnp.org/annual-meeting/dates-locations/

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John Dimi
Editore e divulgatore scientifico. Oltre che contributor diretto per il sito, si occupa di fact checking e revisione delle bozze. ------ Note biografiche disponibili nella pagina Redazione | Tutti gli articoli, ove non espressamente specificato, sono sottoposti a Revisione Scientifica e Fact Checking.
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