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[Cross‐sectional survey] Connessione tra consumo di cioccolato e sintomi della depressione

Sì, stiamo riferendoci al medesimo studio che ha originato decine di articoli di giornalismo spazzatura acchiappaclick delle ultime 48 ore. Proclami come: “Mangiare cioccolato guarisce dalla depressione“, che con più o meno prudenza si trovano in quasi tutte le fonti italiane che hanno riportato gli esiti della ricerca, attengono ad un modo di fare informazione tendenzioso, sensazionalistico, superficiale. Facciamo chiarezza su questo studio.

Giornalisticamente parlando, non stiamo neanche parlando di uno studio di primissima mano: “Is there a relationship between chocolate consumption and symptoms of depression? A cross‐sectional survey of 13,626 US adults” è stato reso pubblico il 29 Luglio 2019 sulla rivista ADAA (Anxiety and Depression Association of America), ed è consultabile, integralmente e gratuitamente qui: https://onlinelibrary.wiley.com/doi/full/10.1002/da.22950 .

Come tutti molti, anche qui in redazione consultiamo quotidianamente riviste scientifiche e magazine online di scienza e medicina. E non manchiamo di sbirciare, almeno un paio di volte al dì la home di Google News sezione Salute. Ancora oggi, 5 Agosto 2019, ad esempio, prima della zanzara che fa scoppiare il cervello” (sic) e il “5G pericoloso per la salute” (sic²), campeggia in prima posizione:

Pagina Google News Salute, 5 Agosto 2019, ore 17.41

Cioccolato, il potere miracoloso per la salute: la grave malattia di cui riduce il rischio

Ripetiamo: PRIMA- POSIZIONE – SU – GOOGLE – NEWS – SALUTE – DA – DUE- GIORNI (!)

Per la cronaca: l’articolo di cui stiamo parlando è un contenuto scritto intorno ai risultati di una specifica ricerca, lo infarcisce di advertising, banner pubblicitari e chissà quante altre diavolerie per profilare l’utente, ma si guarda bene dal linkarla come fonte.

Osservando la “copertura completa” di Google News della notizia, anche altri giornali online, più o meno mainstream, non graziati dalla visibilità in prima pagina, trattano l’argomento con similare superficialità, divulgandolo con ingiustificata assertività quando nello studio stesso le conclusioni sono scritte con il condizionale e “suggeriscono” ulteriori studi.

Ed è qui che scendiamo in campo noi con un paio di spiegazioni facili facili.

1. Una cross-sectional survey (sondaggio trasversale) non dimostra scientificamente nulla.

Gli studi trasversali sono di natura osservativa e sono noti come “ricerca descrittiva”, non causale o relazionale, ovvero non è possibile utilizzarli per determinare la causa o il nesso causa-effetto di qualcosa, come una terapia o una malattia. I ricercatori registrano le informazioni presenti in una popolazione, ma non manipolano le variabili.

Ne consegue che chiunque abbia divulgato i risultati della ricerca in modo assertivo (es: “il cioccolato cura i sintomi della depressione“) si è reso colpevole di pessimo giornalismo. Nella migliore delle ipotesi.

Nel caso specifico, i dati analizzati provengono da 13.626 adulti statunitensi (di età pari o superiore a 20 anni) che hanno partecipato al National Health and Nutrition Examination Survey tra il 2007-08 e il 2013-2014. I sintomi depressivi sono stati valutati utilizzando un questionario specifico sulla salute dei pazienti (PHQ ‐ 9), con punteggi ≥10 che indicano la presenza di sintomi clinicamente rilevanti.

2. E’ il cioccolato fondente o extrafondente (nella ricerca: Dark Chocolate) a destare interesse, non il cioccolato qualsiasi.

Dei benefici per la salute del cioccolato fondente ne avevamo parlato, il cioccolato non è una scoperta recente e esiste una robusta letteratura scientifica a riguardo. Tuttavia, una direttiva editoriale non scritta di Virtua Salute è: si può scherzare su tutto tranne che sui tumori e sulla depressione. Questo il motivo della nostra indignazione.

Ai sagaci giornalisti estensori dei risultati della ricerca [che però non la linkano, perché un link esterno “ruba” click sui banner pubblicitari N.d.A.], che mendicano click a suon di titoloni volutamente ambigui non sarà sfuggito un dato:

Complessivamente, l’11,1% della popolazione ha riportato un consumo di cioccolato, mentre l’1,4% ha riferito di consumo di cioccolato fondente [Dark Chocolate N.d.R.]. Sebbene il consumo di cioccolato non scuro non sia stato significativamente associato a sintomi depressivi clinicamente rilevanti, sono state osservate probabilità significativamente più basse di sintomi depressivi clinicamente rilevanti tra coloro che hanno riferito di consumare cioccolato fondente. Le analisi stratificate in base alla quantità di consumo di cioccolato hanno mostrato che i partecipanti che riferivano il consumo di cioccolato nel quartile più alto (104–454 g / giorno) avevano una probabilità inferiore del 57% di sintomi depressivi rispetto a quelli che non avevano riportato alcun consumo di cioccolato.

Trad. dalla ricerca: “Is there a relationship between chocolate consumption and symptoms of depression? A cross‐sectional survey of 13,626 US adults

Quindi parliamo dell’1.4% della popolazione che ha partecipato ai questionari della NHANES, e una diminuzione significativa dei sintomi della depressione si è osservata nel quartile più alto, ovvero 104-454 grammi al giorno. Quasi mezzo chilo di cioccolato fondente al giorno.

3. Gli autori stessi della ricerca si guardano bene dall’affermare diretta causalità tra cioccolato fondente e sintomi della depressione.

Questi risultati ci forniscono alcune prove del fatto che il consumo di cioccolato, in particolare il cioccolato fondente, potrebbe essere associato a ridotte probabilità di sintomi depressivi clinicamente rilevanti. Sono necessarie ulteriori ricerche per analizzare il consumo di cioccolato a lungo termine e utilizzare ricerche longitudinali [studi osservazionali su uno stesso soggetto N.d.R.] per confermare questi risultati e chiarirne il nesso causa-effetto.

Trad. dalla ricerca: “Is there a relationship between chocolate consumption and symptoms of depression? A cross‐sectional survey of 13,626 US adults

Quindi, osservati i dati alimentari e di salute di 13.000 e oltre persone i ricercatori -che hanno svolto egregiamente il loro compito- suggeriscono un’associazione tra consumo [e neanche poco! N.d.R.] di cioccolato fondente e diminuzione dei sintomi della depressione. Sono richiesti, minimo, degli studi longitudinali per avvicinarsi a comprendere meglio se vi sia una effettiva correlazione diretta.

Per il giornalismo spazzatura, comunque, potete mangiarvi mezzo chilo di cioccolato al giorno e vedrete, sarete allegri, felici e…. ditecelo nei commenti.

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Pavel Fucsovic
Nato in Croazia ma naturalizzato Italiano, Laureato in Scienze Motorie e raffinato scrittore di brevi racconti. Collabora anche con testate web locali del Nord-Est. ------ Note biografiche disponibili nella pagina Redazione | Tutti gli articoli, ove non espressamente specificato, sono sottoposti a Revisione Scientifica e Fact Checking.
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