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[Ricerca su topi] L’attivazione di cellule immunitarie per contrastare la SM

La Sclerosi Multipla è una patologia, con progressione degenerativa, del sistema nervoso, in cui le cellule del sistema immunitario attaccano e distruggono i tessuti che proteggono i nervi, con conseguente perdita di mielina. Su Nature (7 Agosto 2019) sono stati pubblicati i risultati di una recente ricerca condotta su roditori in cui i ricercatori suggeriscono che l’attivazione di un diverso gruppo di cellule immunitarie potrebbe potenzialmente contrastare la reazione autoimmune distruttiva.

I ricercatori della Stanford University, Facoltà di Medicina, in California, hanno tratto evidenze che suggeriscono che esiste un equilibrio tra il tipo di cellula immunitaria che causa infiammazione e un altro tipo di cellula immunitaria che può sopprimerla. Sembra che in costanza di Sclerosi Multipla, che è una malattia autoimmune, questo equilibrio sia sconvolto.

L’autore senior dello studio Mark M. Davis, professore di microbiologia e immunologia a Stanford, suggerisce che potrebbe essere possibile ripristinare l’equilibrio stimolando selettivamente le cellule immunitarie protettive (nello studio, le cellule immunitarie Tipo T CD8).
Trovare un modo per attivare e rendere più efficenti quelle cellule per funzionare in modo più efficace nei pazienti con autoimmunità potrebbe essere la chiave per trattare malattie come la Sclerosi Multipla.

Per il loro studio, il Prof. Davis e i colleghi hanno studiato le cellule immunitarie nel sangue di topi avevano indotto a sviluppare l’encefalomielite, una condizione che infiamma il cervello e il midollo spinale in modo molto simile alla SM.

Lo studio si è concentrato su un tipo di cellula chiamata T CD8; sapevano già che queste cellule potevano uccidere cellule cancerose e infette e sospettavano che le cellule stessero contribuendo alla malattia. Tuttavia, non era così.

Quando hanno iniettato i topi con peptidi che le cellule T CD8 potevano riconoscere, hanno portato alla morte delle cellule T che causano infiammazione e una riduzione della gravità dei sintomi.

Per il loro studio, il Prof. Davis e i colleghi hanno studiato le cellule immunitarie nel sangue di topi avevano indotto a sviluppare l’encefalomielite, una condizione che infiamma il cervello e il midollo spinale in modo molto simile alla SM.

Lo studio si è concentrato su un tipo di cellula chiamata T CD8; sapevano già che queste cellule potevano uccidere cellule cancerose e infette e sospettavano che le cellule stessero contribuendo alla malattia. Tuttavia, non era così.

Quando hanno iniettato i topi con peptidi che le cellule T CD8 potevano riconoscere, hanno portato alla morte delle cellule T che causano infiammazione e una riduzione della gravità dei sintomi.

I risultati, pubblicati sul paper: “Opposing T cell responses in experimental autoimmune encephalomyelitis” suggeriscono che – insieme alla scoperta che le cellule trasportano proteine ​​immunodepressive sulla loro superficie – che le cellule T CD8 possono essere cellule soppressori.

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John Dimi
Editore e divulgatore scientifico. Oltre che contributor diretto per il sito, si occupa di fact checking e revisione delle bozze. ------ Note biografiche disponibili nella pagina Redazione | Tutti gli articoli, ove non espressamente specificato, sono sottoposti a Revisione Scientifica e Fact Checking.
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