Scienza Maledetta

The Lice-Infested Underwear Experiment (Davis, Wheeler – 1942)

Ultimo aggiornamento: 29 Settembre 2019

Ovvero: l‘esperimento condotto nel 1942 su biancheria intima (realmenta indossata da cavie umane) infestata da pidocchi, al fine di identificare quale fosse il più efficace prodotto, ai tempi disponibile, per debellare questi parassiti.

L’anno è il 1942, gli Stati Uniti sono entrati nel conflitto da pochi mesi (lo ricordo ai più distratti: 8 Dicembre 1941, all’indomani dell’Attacco di Pearl Harbour da parte del Giappone). Sedici milioni di uomini (di cui due milioni di stanza in Europa) stanno servendo la patria come soldati; centinaia di migliaia di uomini e donne, in qualità di civili, stanno servendo la patria lavorando nelle fabbriche, nelle fonderie o negli ospedali.

Ma soprattutto: Oltre sessanta uomini stanno servendo la patria indossando mutande infestate da pidocchi (Pediculus humanis corporis).

Giapponesi, Nazisti e… pidocchi

Oltre a dover fronteggiare le armate giapponesi e, in Europa, frenare l’avanzata della Germania nazista, gli Stati Uniti sono consapevoli di avere a che fare con un pericolo assai più piccolo ma non meno pericoloso.

LUI!

I pidocchi, infatti, sono parassiti portatori del tifo esantematico, attraverso un germe particolare, il Rickettsia prowazekii. Il tifo si trasmette da uomo a uomo e il rischio concreto, negli Stati Uniti degli anni ’40, è un epidemia. Sia tra i civili, sia tra i militari.

La febbre tifoide, oggi, con le migliorate condizioni igieniche attuali, ha ancora un tasso di mortalità superiore al 10%, e le epidemie di tifo sono ancora possibili.

Public Health Warning – Seconda Guerra Mondiale

Evidente quindi che le Autorità americane non vogliano aggiungere ulteriori zeri al body count fisiologico derivante dall’essere nel pieno del più sanguinoso conflitto della Storia.

Il Louse Lab di New York City

Nel tentativo di impedire un’epidemia, la Rockefeller Foundation, in collaborazione con il governo federale, finanzia la creazione nel 1942 di un laboratorio (il “Laboratorio dei Pidocchi“) il cui scopo è studiare la biologia del pidocchio e trovare un mezzo efficace per prevenirne e debellarne le infestazioni. Situato a New York City, viene affidato al Dottor William A. Davis, un ricercatore in forza alla Sanità Pubblica, e all’entomologo Charles M. Wheeler.

Due problemi da risolvere: trovare pidocchi (sani) e trovare cavie umane

Pidocchi, in quantità tale da creare una ricca colonia pronta all’uso, vengono prelevati, vivi, da un paziente ricoverato nel reparto alcolisti dell’Ospedale Bellevue di New York (il più antico ospedale pubblico degli Stati Uniti). I pidocchi sono mantenuti in vita fino al loro arrivo al Louse Lab grazie all’opera volontaria di studenti di medicina che prestano, letteralmente, il loro braccio.

L’esigenza è quella di formare una colonia di pidocchi sani ad uso sperimentale: quelli portati dal Bellevue lo sono. Come fanno ad esserne sicuri? Semplice: nessuno degli studenti volontari che si è fatto infestare si è ammalato.

Non resta che trovare delle cavie umane. Che, comprensibilmente, non è che si stiano ammassando fuori dal laboratorio per farsi infestare. Il bisogno di esseri umani sorge dalla necessità di testare i prodotti antipidocchi in condizioni quotidiane realistiche.

L’opzione numero uno, è reclutare senzatetto, cui vengono promessi 7,00 $ per la partecipazione agli esperimenti. Data l’interessante (per i tempi) cifra in ballo, non è arduo trovare volontari che mettano a disposizione il proprio corpo per il bene comune.

Sfortunatamente, questi volontari si dimostrano persone difficili da istruire, non cooperano adeguatamente, non seguono le istruzioni impartite dai due scienziati. Insomma, invitati ad una “maggiore collaborazione”, la reazione è spesso l’abbandono del progetto.

L’opzione numero due, che si rivela quella azzeccata, è attingere al vasto bacino di Obiettori di Coscienza.

Passo indietro? Negli Stati Uniti, nel 1940, fu emanato il Selective Training and Service Act. Tutti gli uomini che avevano compiuto il 21esimo anno di età, ma non avevano ancora compiuto il 36esimo anno di età, erano automaticamente iscritti alle liste di arruolamento. Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, questo range di età fu esteso a tutti i maggiori di anni 18 e fino al 65esimo anno di età. Alla sezione 5-G dell’atto era prevista l’Obiezione di Coscienza, per motivi etici, religiosi, o di mera opinione.

Durante il conflitto, gli Obiettori di Coscienza sono esentati dal partecipare attivamente alle operazioni belliche, ma non li esime dal mettersi a disposizione della Patria. Vengono quindi adibiti alla costruzione di strade, assistenza ospedaliera, lavoro nelle fabbriche.

Per quanto anche la loro opera civile sia ritenuta necessaria, gli Obiettori di Coscienza, nel paese del Secondo Emendamento, in tempo di guerra non sono solo oggetto della velata accusa di essere codardi, ma vengono visti dalle autorità come i soggetti ideali per la ricerca scientifica. Esatto: cavie umane. in abbondanza.

Vancover Sun Magazine, 1943

Ovviamente, non sono obbligati a prestarsi come cavie, tuttavia le alternative per gli obiettori di coscienza non sono necessariamente migliori: dato il pregiudizio e lo stigma sociale nei loro confronti, nella maggior parte dei casi sono adibiti a mansioni estremamente pesanti o degradanti.

Davis e Wheeler saranno i primi, in America, ad usare gli Obiettori di Coscienza a scopo di sperimentazione umana.

Davis e Wheeler identificano i soggetti ideali nella campagna circostante Campton, nel New Hampshire: un gruppo di obiettori di coscienza stanno lavorando alla costruzione di una strada. L’ambiente in cui vivono è isolato e consente un maggiore controllo sperimentale. Gli uomini accettano di collaborare, senza alcun costo per il laboratorio (sono già pagati dallo Stato). Inizia l’allestimento di un campo base, a circa sessanta chilometri dalla cittadina, che verrà soprannominato dai partecipanti: “Camp Liceum“. Ogni giorno, gli uomini selezionati, avrebbero lavorato in cantiere rientrando la sera al dormitorio gestito dal Louse Lab. “Camp Liceum” viene consegnato agli sperimentatori il 27 Luglio 1942.

L’esperimento può (finalmente!) iniziare

Nel Luglio del 1942, Davis e Wheeler prendono il treno per il New Hampshire. Incontreranno i volontari e daranno inizio allo studio. Davis porta i suoi pidocchi con sé. Letteralmente: lo scienziato infatti li mantiene in vita durante il viaggio permettendo loro di nutrirsi del suo sangue.

Gli obiettori di coscienza dovranno indossare, costantemente, anche durante il lavoro, la biancheria intima che Davis ha portato: pantaloncini di colore blu, simili agli odierni boxer e magliette senza maniche di cotone leggero. All’interno di entrambi gli indumenti sono state cucite toppe di tessuto infestate dai pidocchi e dalle loro uova. Ogni toppa ospita tra i 50 e i 100 pidocchi.

Tessuto infestato da pidocchi

Le regole che i trentadue uomini devono seguire sono impartite da Davis e Louis Riehl (un altro entomologo della Rockfeller Foundation) e sono semplici: per diciotto (18) giorni dovranno indossare la biancheria fornita senza mai toglierla, non potranno uccidere o rimuovere di proposito i pidocchi (es: schiacciandoli con le mani ), non potranno cambiare letto e nemmeno lenzuola o coperte. Unica eccezione consentita: potranno togliere, temporaneamente, la maglietta in caso durante la giornata sentano troppo caldo -è Luglio e gli obiettori sono impiegati alla costruzione di una strada.

Per i primi nove giorni, i volontari non fanno nulla, lasciano semplicemente che i pidocchi infestino la loro biancheria intima e, conseguentemente, il loro corpo.

Un volontario ricorda così l’esperienza con la nuova biancheria: “La prima notte è stata scomoda. Entrare in intimità è spesso imbarazzante, e forse questi insetti allevati in laboratorio erano imbarazzati tanto quanto noi. (Si spera che abbiano dormito meglio.) Ma, con poche eccezioni, successivamente non ci sono stati gravi disagi. I morsi non erano peggiori di quelli della zanzara e, a parte una certa quantità di volte in cui ci si grattava le parti intime in pubblico, gli uomini si sentivano e si comportavano più o meno normalmente.

A partire dal 5 Agosto 1942, nei successivi nove giorni vengono suddivisi in diversi gruppi. Ad ognuno dei volontari viene consegnata una bottiglietta di polvere antipidocchi da 30 grammi. Diverse polveri vengono assegnate ai gruppi per testarne la reale efficacia. Davis fornisce istruzioni specifiche su come applicare le polveri: “Distribuitele su tutta la biancheria intima e sotto le ascelle e il cavallo degli indumenti esterni; fate particolare attenzione alle cuciture e alle pieghe. Meglio le cospargete e meno morderanno!

Vengono esaminate sette polveri. Cinque di queste provengono dai laboratori della Rockfeller Foundation, e sono contraddistinte da un numero. Due sono fornite dal Dipartimento dell’Agricoltura di Orlando e sono contraddistinte da lettere.

Nel corso della sperimentazione, i ricercatori esaminano quotidianamente gli uomini e contano il numero di pidocchi che trovano su di loro in modo che, dopo diciotto giorni, abbiano informazioni accurate sull’efficacia di ciascuna polvere.

Molti uomini lamentano il fatto che le polveri creano ancor più a disagio dei pidocchi: tra gli effetti collaterali vi sono infatti irritazione nasale e anale e forte bruciore dello scroto.Nonostante questi disagi, gli uomini seguono le istruzioni dei ricercatori – anche se alcuni di loro in seguito ammetteranno di essersi tolti le mutande di notte perché si sentivano eccessivamente disturbati. Nonostante alcune infrazioni, Davis valuta che queste non influiscono sui risultati finali.

Lo studio termina il 15 Agosto 1942, ma non porta a risultati concreti. Tutti gli uomini presentano ancora pidocchi e uova sul corpo e sulla biancheria; inoltre non sono state testate tutte le polveri a disposizione.

Facciamolo ancora..!

Un secondo test inizia il 24 Agosto 1942 e coinvolge ventisette volontari, molti dei quali hanno già preso parte al primo esperimento. Seguendo lo schema precedente, per i primi giorni i partecipanti non devono fare nulla se non lasciarsi infestare. Il 1 Settembre 1942 inizia la sperimentazione di polveri che non erano state testate precedentemente.

Alla fine del test, le polveri “87” e “94” hanno mostrato efficacia pressoché totale: gli obiettori di coscienza sui cui sono state usate le polveri non presentano traccia di pidocchi o uova.

Il problema, tuttavia, sono gli effetti collaterali. Infiammazioni della pelle, irritazione delle vie aeree, bruciature dello scroto e della zona anale colpiscono, con più o meno gravità, tutti i volontari che sono stati trattati con la 87 e la 94.

Altre polveri testate dimostrano minori effetti collaterali ma efficacia sui pidocchi scarsa.

Non c’è due senza tre

Un terzo esperimento viene condotto a partire dal 22 Settembre 1942. Le modalità sono sempre le medesime, non stiamo a rispiegarle, via! L’unica differenza -non sostanziale- era la biancheria intima fornita. Non più di cotone ma mista cotone e lana al 25% in quanto il clima stava rapidamente irrigidendosi.

L’esperimento terminò il 9 Ottobre 1942. Le polveri “vincitrici” furono la “MYL” (la cui composizione era segreta) e la “153” della Rockfeller Foundation. Non erano tuttavia considerate il rimedio perfetto: avevano il vantaggio di presentare un giusto bilanciamento tra efficacia ed effetti collaterali.

Fine dei giochi

Camp Liceum viene dismesso pochi giorno dopo la fine del terzo esperimento e Davis e Wheeler documenteranno i risultati ottenuti su un paper: “The Use of Insecticides on Men Artificially Infested With Body Lice” pubblicato sull’American Journal of Hygiene nel Marzo del 1944.

Questo documento rimarrà, tuttavia, un capitolo minore della storia della medicina. Non solo perché, di fatto, non si è giunti all’identificazione di un prodotto antipulci definitivo, ma perché esattamente un anno prima della sua pubblicazione inizia la sperimentazione del DDT (para-diclorodifeniltricloroetano), che nel 1939 ha fatto guadagnare a Paul Hermann Müller il Premio Nobel per averne dimostrate le potenzialità insetticide contro la Malaria.

L’avvento del DDT anche come rimedio alle infestazioni di pidocchi renderà inutile, agli occhi della storia, l’eroico sacrificio di oltre cinquanta Obiettori di coscienza che decisero, nel 1942, di trascorrere tre mesi a grattarsi e sopportare bruciature chimiche in nome della Scienza.


Fonti e Bibiografia

Public Health Reports (ed: 2009) Pagine 598 e seguenti.

A Lost Chapter in the Early History of DDT: The Development of Anti-Typhus Technologies by the Rockefeller Foundation’s Louse Laboratory, 1942-1944

Men of Peace and the Search for the Perfect Pesticide: Conscientious Objectors, the Rockefeller Foundation, and Typhus Control Research

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Pavel Fucsovic
Nato in Croazia ma naturalizzato Italiano, Laureato in Scienze Motorie e raffinato scrittore di brevi racconti. Collabora anche con testate web locali del Nord-Est. ------ Note biografiche disponibili nella pagina Redazione | Tutti gli articoli, ove non espressamente specificato, sono sottoposti a Revisione Scientifica e Fact Checking.
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