Salute e Dintorni

Depressione Stagionale? Parliamone.

Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio 2022

Sbalzi di umore in occasione di un cambio di stagione? Sensazione di profonda tristezza, o mancanza di energia o motivazioni, in occasione della riduzione/aumento delle ore di luce del giorno? E’ un fenomeno largamente studiato e riconosciuto dalla Scienza Psichiatrica, inserito nel DSM-5, ed è denominata: Depressione Stagionale (MDD with a Seasonal Pattern).

La storia della Depressione Stagionale affonda le sue radici nella storia dello studio dei disagi mentali; precedentemente era conosciuta come “Disordine Affettivo Stagionale“, ma è stata recentemente inglobata nelle diverse varianti della Depressione riconosciute dal manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-5).

In passato le forme depressive che si presentano in occasione dell’Inverno erano associate ad un minor numero di ore di luce durante il giorno. Ha senso, ma ciò che non era comprensibile era il motivo per cui disagi mentali perfettamente similari fossero diagnosticati anche in occasione della primavera, quando il numero di ore di luce aumenta significativamente e il clima progressivamente diventa più mite.

La depressione che colpisce, in soggetti predisposti, in occasione dell’inizio della primavera, presenta gli stessi sintomi della depressione classica (Major Depression Disorder).

Per citarne alcuni: Insonnia, mancanza di appetito, umore altalenante (ma tendente al pessimo), perdita di peso, maggiore aggressività seguita da lunghi momenti di down, difficoltà a trovare concentrazione e motivazione per compiere i comuni task quotidiani.

Inoltre, è assai comune una sensazione di appannamento, il cosiddetto “brain fog” (nebbia cerebrale). In questo periodo, il cambio di stagione, possono esacerbarsi eventuali latenti tendenze al suicidio.

Perché in occasione del cambio di stagione ci si sente più depressi?

Il sospettato principale è proprio l’aumento [o la diminuzione, in autunno – N.d.R.] di luce, che in qualche modo sballa i ritmi circadiani e la naturale alternanza sonno/veglia. Questa radicale modifica, su cui il soggetto non ha alcun controllo, incide pesantemente sulle ore di sonno e sulla qualità delle stesse: più ore di luce equivalgono a modifiche ormonali importanti che, su soggetti predisposti, incidono sulla salute. Vale la pena ricordare che la scarsa qualità del sonno è direttamente associata allo sviluppo di forme più o meno gravi di depressione.

La chiave è negli ormoni

Gli ormoni sono, semplificando, dei messaggeri secreti da uno o più organi, dal cervello o da ghiandole specifiche (es: tiroide) e che includono delle informazioni, o piani di lavoro, per le cellule. Non è un caso che più di una volta su questo sito abbiamo ribadito il seguente assioma: con gli ormoni non si scherza.

Il cervello produce una serie di diversi neurotrasmettitori che aiutano a regolare l’umore, le emozioni e altri importanti processi corporei. Un’eccessiva o viceversa una scarsa produzione di ormoni può alterarne la funzione e svolgere un ruolo nello sviluppo degli sbalzi di umore e dei sintomi della salute mentale.

Si ritiene che la depressione invernale sia correlata, in parte, a un calo della serotonina, una sostanza chimica che viene tipicamente prodotta dopo l’esposizione alla luce naturale. Un aumento della melatonina, un altro ormone legato alla depressione invernale, può far sentire più stanco e letargico del solito il paziente.

La depressione primaverile, d’altro canto, potrebbe seguire un percorso identico ma inverso. L’improvviso aumento di ore di luce solare inducono l’organismo a produrre meno melatonina, quindi si finisce, fisiologicamente, per dormire meno del necessario. Come precedentemente evidenziato, questa mancanza di sonno può contribuire o peggiorare i sintomi della depressione. Allo stesso tempo, i livelli di serotonina nel corpo aumentano come risultato naturale di giornate più lunghe e clima più soleggiato. Mentre una scarsa produzione di serotonina è associata alla depressione, un’eccessiva produzione potrebbe anche contribuire a problemi di salute mentale, incluso il disturbo d’ansia sociale.

Se il paziente è particolarmente sensibile a questi cambiamenti ormonali, un surplus di serotonina (per non parlare della mancanza di sonno) potrebbe potenzialmente contribuire a sensazioni di irritabilità e irrequietezza, unitamente ad un umore tendente al basso.

In primavera, inoltre, un grande ruolo possono svolgerlo le allergie.

Se si soffre di allergie stagionali, come al polline o alle graminacee, oltre agli ovvi problemi fisiologici associati (es: congestione delle vie aeree), la sensibilità agli allergeni tipici della primavera potrebbe anche contribuire a cambiamenti dell’umore, inclusi sentimenti di depressione (Fonte 1: “MOOD-WORSENING WITH HIGH-POLLEN-COUNTS AND SEASONALITY: A PRELIMINARY REPORT“, Fonte 2: “Mood Worsening on Days with High Pollen Counts is associated with a Summer Pattern of Seasonality“).

Altri, riconosciuti, fattori di rischio per la depressione stagionale

Altri fattori entrano in gioco nello sviluppo di questo disagio mentale: il sesso, innanzitutto. Secondo lo studio: “Seasonal Affective Disorder” le donne ne sono più affette, statisticamente.

Inoltre, fattori familiari (ereditari) e personali (presenza di patologie come bipolarismo) possono creare un quadro ideale per lo sviluppo e il manifestarsi della depressione stagionale.

Il luogo dove si vive (in senso geografico). Alcune nazioni, che vedono un minor stacco climatico stagionale (es: la California, USA, o le Baleari, in Europa) vedono un’incidenza minore di casi di depressione stagionale.

Come affrontare e curare la depressione stagionale

Il consiglio, come per QUALSIASI patologia fisica e mentale, è sempre lo stesso: se gli sbalzi di umore, o un mood generalmente negativo in occasione dell’avvento della primavera o dell’inverno, influiscono pesantemente sulla propria quotidianità, sulla propria produttività, sui propri affetti o, ancor peggio, se sorgono spontanei istinti suicidi, è imperativo, senza tabù e senza vergogna, rivolgersi ad uno specialista.

In casi meno gravi (cioè, la maggior parte), già essere a conoscenza del problema è un ottimo spunto per affrontarlo.

I consigli, pertanto, attengono più al buon senso che a vere e proprie indicazioni mediche:

  1. Migliorare la qualità del proprio sonno (la privazione del sonno è, in assoluto, il peggior sgarro che si possa fare alla propria salute, sempre!)
  2. Fare attività fisica: moderata attività fisica, bilanciata sulla base della propria età e del proprio allenamento, può riequilibrare la secrezione ormonale
  3. Migliorare la qualità della propria dieta
  4. Meditare, distrarsi, coltivare un hobby: per quanto praticare un’attività non abbia un impatto diretto sulla secrezione ormonale o sui ritmi circadiani, tenere il cervello impegnato in attività piacevoli o “challenging” è in grado di stabilizzare l’umore e tenersi lontani da pensieri autodistruttivi
  5. Parlarne con gli amici parenti, mogli e fidanzate: chiudersi in se stessi, pensando che i disagi mentali in occasione del cambio di stagione siano una cosa esclusiva e di cui vergognarsi è quanto di più sbagliato e deleterio ci possa essere. Sintomi minori colgono TUTTI quando arriva la primavera o l’inverno, non si è da soli, parlarne è la primissima linea di difesa contro conseguenze anche gravi del proprio mood.

Quando consultare un medico?

Come sopra scritto, in qualsiasi circostanza si percepisca un pesante decadimento della propria qualità di vita, ma nello specifico:

  • Se anche solo per un attimo si medita il suicidio [In questo caso chiama il numero verde dei Samaritans oppure il Telefono Amico
  • Se gli sbalzi di umore o una sensazione di tristezza dura per più di due settimane consecutive
  • Se è impossibile o molto difficile controllare le proprie emozioni di tristezza, rabbia, sensazione di ingiustizia ecc.

In Conclusione

La depressione primaverile/invernale (in generale: depressione in occasione del cambio di stagione) è spesso temporanea, ma può comunque avere un impatto significativo sulla salute generale, sul benessere e sulla qualità della vita.

E’ opinione della redazione che già solo il sapere di “non essere soli”, visto che questa condizione colpisce moltissime persone di paesi che hanno un ciclo stagionale ben definito, è già un aiuto. Ma se questa condizione dovesse perdurare per un tempo superiore alle due settimane, oppure incidere pesantemente sulla propria funzionalità o ispirare pensieri di suicidio è assolutamente consigliato rivolgersi prontamente ad uno specialista.

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Lucia Del Neri
La decana del sito. Oltre che a pubblicare direttamente, si occupa della prima revisione dei contributi inviati dai redattori esterni. ------ Note biografiche disponibili nella pagina Redazione | Tutti gli articoli, ove non espressamente specificato, sono sottoposti a Revisione Scientifica e Fact Checking.
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