Recensioni

Death to 2020 (2020)

Ultimo aggiornamento: 3 Agosto 2021

Death to 2020 è un mockumentary “riassuntivo” dei principali avvenimenti del 2020, scritto e prodotto da Charlie Brooker (la mente di “Black Mirror“): voce narrante di Laurence Fishburn, la regia è affidata a Al Campbell e Alice Mathias. Distribuito su Netflix.

Introduzione

Alzi la mano chi, alla mezzanotte del 31 Dicembre 2020, non ha sospirato: “Per fortuna quest’anno dimmerda è finito“. Detto sinceramente, a noi italiani è andata (quasi) di lusso: negli Stati Uniti non hanno avuto solo il COVID-19, ma anche l’assassinio di George Floyd che ha dato vita, in tutto il Paese, a proteste e manifestazioni del movimento Black Lives Matter, un (ex) Presidente negazionista e che suggeriva di bere candeggina per combattere il nuovo coronavirus e una campagna elettorale presidenziale il cui esito è stato in bilico fino all’ultimo giorno.

Ora, non è il caso di farsi troppe aspettative sul 2021 -anche perché poi povero, Zerocalcare docet, gli facciamo venire l’ansia da prestazione: ne dovevamo uscire “migliori”, e il virus non ha fatto altro che portare alla luce, ed esasperare, quanto infinitamente stronzi siamo come esseri umani.

Ed è la stronzaggine, in ogni ambito, che ci porterà al baratro. Non il COVID o un asteroide.


Death to 2020: la recensione

Ma prima, il trailer:

La struttura del film è quella del falso documentario. Partendo da Gennaio 2020 la voce narrante di Morpheus (Laurence Fishburn) accompagna lo spettatore attraverso gli avvenimenti salienti dell’anno appena terminato, commentati da alcuni “esperti”, ovvero attori più o meno famosi che interpretano un ruolo.

A parte Hugh Grant e Samuel L. Jackson gli altri attori, al pubblico italiano, susciteranno la tipica reazione: “Ma dove l’ho già visto?”.

Immagini di repertorio, seguendo la timeline più naturale, ovvero mese dopo mese, si alternano a finte interviste agli attori. Samuel L. Jackson interpreta un giornalista, Hugh Grant uno storico inglese, Lisa Kudrow (“Friends”) la portavoce della Casa Bianca ecc.

La carrellata dei fatti del 2020 è grosso modo precisa, anche se focalizzata per lo più sul mondo anglosassone: Australia, Stati Uniti e Regno Unito. Un breve accenno sull’Italia come prima nazione a dichiarare lockdown all’inizio della pandemia, ma poco altro.

Si parte con gli incendi in Australia ad inizio 2020, si prosegue con la Notte degli Oscar, Greta Thunberg, lo scoppio della pandemia da COVID-19, il Black Lives Matter, la rinuncia di Harry e Megan ai privilegi nobiliari le elezioni presidenziali U.S.A.

L’intento di fondo è quello di una fotografia cinica e politicamente scorretta del 2020. In chiave umoristica. Ci riesce? Sì e No.

Gli interventi di Hugh Grant possono, al limite, strappare mezzo sorriso, e a fine film ti incazzi che non gli abbiano dato una, dico una, one-liner memorabile. Lo stesso vale per tutti gli altri, che si trovano a gestire un copione che prevede battute che, in definitiva, non fanno ridere.

Alcuni personaggi sono irrealistici, al limite del caricaturale. Kathy Flowers (alias: Christin Milioti … ho messo mezzora a capire che era l’ex moglie di Di Caprio in “The Wolf of Wall Street“) dovrebbe rappresentare la classica “Karen”, la medio borghese americana, la razzista complottista che si informa su forum e su Reddit, ma è davvero… troppo.

LUI è il mio preferito!

Alcuni personaggi, tipo quello interpretato da Phoebe-Lisa Kudrow, rasentano il tendenzioso. L’accusa dei repubblicani/centro-destra/sovranisti o quel che cazzo sono non è realmente quella di non aver spazio o occasioni per “parlare”, bensì che la stampa e i media, nel dubbio, organizzano sistematicamente una narrativa dei fatti filo-democratica-sinistroide, finendo per dipingere la parte politicamente avversa come una macchietta. Nella migliore delle ipotesi.


Giudizio Critico: 6/10

La narrazione del 2020 è puntuale e precisa, il coinvolgimento di un paio di nomi “grossi” di Hollywood e un manipolo di gregari di lusso, nonché montaggio e grafiche da cinema fanno guadagnare al mockumentary una stiracchiattissima sufficienza.

Qualità tecnica: 6/10

E’ un prodotto che, se non fossimo in piena pandemia e in periodo in cui il Comitato Tecnico Scientifico dice: “NO”, sarebbe potuto uscire al cinema.

Tecnicamente ineccepibile, tuttavia dialoghi e testi sono mosci e no, non è questione di umorismo “inglese”. Il tutto non fa “ridere”. Strappa un paio di sorrisi giusto se vuoi fortissimamente crederci.

Il fatto che sia anglosassone-centrico e che l’Italia sia ricordata solo perché prima in Europa a inaugurare l’infame moda dei lockdown, senza approfondire le *reali* differenze tra un lockdown cinese e un lockdown occidentale aggiunge solo superficialità all’operazione.

Plausibilità Scientifica: N/D

Non ha pretese scienfiche (anche se tra i personaggi è presente uno “scienziato”, ma lasciamo perdere…) quindi non è possibile dare una valutazione.

Rispetto per lo spettatore: 6/10

Lo spettatore “target” è il democratico americano. E in questo è rispettatissimo. Donald Trump e Boris Johnson vengono ampiamente presi per il culo [Per altro giustamente! – N.d.R.] e l’audience ipotizzata dall’autore coccolata a sufficienza.

Gli autori si assicurano un intero troncone, circa 15 minuti, del documentario per criticare la “polarizzazione” dell’informazione e delle opinioni, poi si macchiano, esattamente, della medesima cosa.

Una delle occasioni perse, tra le migliaia del 2020, dell’anno appena trascorso. Che fortuna è appena terminato.


Scheda Tecnica “Death to 2020”

Genere: Mockumentary

Durata: 1 h 10′

Regista: Al Campbell e Alice Mathias

Anno: 2020

Scheda IMDB

Audio: inglese

Sottotitoli: italiano disponibile

Distribuzione: Netflix

Giudizio globale: 6/10


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Stuart Delta
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Lorenzo F.

L’autore di BLACK MIRROR che con la complicità di Samuel L Jackson commenta l’anno più orrorifico degli ultimi secoli, cosa mai poteva andare storto? Ne poteva uscire una BOMBA invece ci siamo trovati con un documentario con il freno a mano tirato che ha puntato più su un umorismo imbarazzante che non sul politicamente scorretto. In questo concordo con il recensore: un’occasione persa, una delle tante cazzate che ci ha donato il 2020. ciao!.. Lorenzo. 

Fabrizio

“Ed è la stronzaggine, in ogni ambito, che ci porterà al baratro. Non il COVID o un asteroide.” (Cit dalla recensione)

Se solo facessero una e una sola legge: VIETATO FARE LO STRONZO.

Il mondo sarebbe migliore automaticamente.

Saluti

Ps: questo documentario è una stupidata

Angela Garella

A me assegnano quella vaccata di HEAL e a te “Death to 2020” che a malapena arriva a 1 ora di screentime? No vabbè ma qui devo rinegoziare il mio ingaggio…
Comunque bella recensione, ma avrei posto l’accento sul fatto che il 2021 sarà ancora peggio.

Stuart Delta

A me assegnano quella vaccata di HEAL”

Che sarebbe ora che pubblicassi. La vedo nelle bozze da 1 mese almeno.

Certo che il 2021 sarà peggio del 2020. Il 2020 è stato tipo una spalmata di vaselina, la penetrazione violenta, con il probabile naufragio della campagna vaccinale, lo sblocco degli sfratti e dei licenziamenti, l’invio di migliaia di cartelle esattoriali, arriverà tutta insieme nel 2021.

Anto

Ma perchè così negativi e dài, non sta scritto che deve andare peggio per forza. Il 45 è stato migliore del 44 anche se ancora c’erano delle incertezze. Non so magari è scaramanzia, direi più scaramacai, però :).

Stuart Delta

@Anto

L’ottimismo sempre, ci mancherebbe! Ma i presupposti non sono dei migliori 🙂

S.