Difficoltà di Apprendimento

Ultimo aggiornamento: 10 Gennaio 2019

Riguarda tutta una serie di insufficienze nella acquisizione di abilità specifiche, non associate a ritardo mentale né a carenze sensoriali o a disturbi pervasivi dello sviluppo; possono colpire il linguaggio parlato, quello scritto e la motricità. I fattori che determinano queste difficoltà sono vari, soprattutto di origine genetica e neurologica.

FORME DI DIFFICOLTA’ DI APPRENDIMENTO

Dislessia: si tratta di incapacità di apprendimento della lettura che porta ad avere difficoltà di scrittura. Colpisce circa il 10% dei bambini, generalmente i maschi ed ha cause non del tutto chiare che spesso sono neurologiche, genetiche, psicologiche o pedagogiche. Una volta individuata (di solito intorno ai 6-8 anni) può essere superata con l’aiuto di un ortofonista.

Disfasia: consiste nell’incapacità di comprendere il linguaggio parlato e si manifesta con difficoltà di espressione, di comprensione o di entrambe le cose senza che ci siano problemi di udito. La diagnosi viene fatta solitamente intorno ai 3-5 anni in presenza di sintomi quali l’insufficienza di vocabolario, la pronuncia sbagliata e l’uso della mimica.

Balbuzie: è caratterizzata da discori convulsi, ripetizione di suoni, di sillabe e parole, a volte accompagnati da una mimica particolare. Può dipendere da un forte shock emotivo, una vita familiare disturbata, un disordine del linguaggio oppure fattori genetici.  In genere si manifesta in situazioni di stress  o eccitazione e scompare quando la persona che ne soffre canta, urla o bisbiglia. Una rieducazione ortofonica ed una psicoterapia comportamentale possono con il tempo risolvere il disturbo.

Sindrome da deficit di attenzione con o senza iperattività (ADHD): colpisce il 5% dei bambini ed il 4% degli adulti. E’ caratterizzata da difficoltà a prestare attenzione e concentrarsi, a volte associata a iperattività, bisogno continuo di muoversi, impulsività, sbalzi di umore. La cura è ancora controversa poiché le cause di questo disturbo restano ancora mal definite.

MIGLIORARE L’APPRENDIMENTO (OVVERO LE TECNICHE DI STUDIO)

Laddove non sussistano condizioni ostative organiche, fisiologiche o psicologiche ad un normale apprendimento, è possibile per l’individuo migliorare le proprie tecniche di studio. Imparare, ad esempio, nuove lingue, o diminuire il tempo di acquisizioni di nozioni, insegnamenti, competenze. Da decenni gli studiosi propongono metodi di studio per studenti o semplicemente persone affamate di sapere: tecniche di lettura veloce, memorizzazione, apprendimento rapido. Esistono in Rete numerose risorse (anche gratuite) come il sito efficacemente.com di Andrea Giuliodori, che dedicano ampio spazio all’apprendimento e alle ultime tecniche di memorizzazione

FACOLTA’ COGNITIVE E LORO DECLINO CON L’ETA’

Un recente studio diffuso dal quotidiano The Economist, “Old Dog, New Tricks” (fonte: http://www.economist.com/news/special-report/21714174-people-age-brain-changes-both-good-ways-and-bad-how-older-employees-perform ) conferma quanto già si presumeva da secoli, ovvero che la capacità di apprendere e assorbire nuove conoscenze diminuisce con l’età. Ma lo scenario potrebbe essere ancor più desolante, considerando che l’esito del report attesta come età di reale inizio del declino delle facoltà mentali addirittura a ventanni.

La situazione è così grave? No. Ma è bene, sin da giovani, prendersi cura del proprio cervello, mantenendolo attivo, preservandone le funzionalità. E sì, alcool, fumo, droghe e vita sedentaria influiscono negativamente sull’attività cerebrale.

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