Ultimo aggiornamento: 5 Marzo 2022
Un report del 1 Dicembre 2021 dell’UK Health Security Agency attesta che, fenomeno che non capitava da più di 10 anni, la diagnosi di infezione da HIV negli eterosessuali ha superato sensibilmente quella emessa nei confronti di pazienti omosessuali o bisessuali. Ma è davvero così? O meglio, non dovremmo forse tener conto di alcuni fattori esterni?
Le cifre del report non lasciano spazio a dubbio alcuno: mostrano che del numero totale di persone che hanno ricevuto una diagnosi di HIV in Inghilterra nel 2020, il 45% erano uomini gay e bisessuali e il 49% erano persone eterosessuali. Il numero totale di persone che ha ricevuto una diagnosi di HIV in Inghilterra nel 2020 è stato di 1900.
Se consideriamo, tuttavia, due anni di pandemia -e minor ricorso a test ed esami ospedalieri causa COVID-19- non stupisce il calo degli esami complessivo cui i pazienti si sono sottoposti: nel 2019 erano stati 2810 (1500 i pazienti dichiaratamente gay, 1310 i pazienti etero).
Il calo delle nuove diagnosi è stato del 33% circa complessivamente.
Questo, intuitivamente, a causa dei lockdown che hanno impattato il rapporto con le strutture sanitarie dell’ultimo biennio. Nel caso della comunità gay, in Inghilterra da Ottobre 2020 è disponibile -attraverso prescrizione medica- il pre-exposure prophylaxis drugs (PrEP), per la protezione preventiva contro l’AIDS e specie tra gli omosessuali questo farmaco ha riscosso grande successo.
In conclusione
E’ importante prendere i dati presentati con un minimo di contestualizzazione. Un minor numero di esami diagnostici a causa della pandemia, e la disponibilità (in UK) della PrEP, potrebbero togliere valore statistico ai dati presentati.
Ricordiamo che l’HIV (Human immunodeficiency virus), che porta il soggetto a contrarre l’AIDS (sindrome da immunodeficienza acquisita) è considerato pandemico / globalmente epidemico dagli anni ’80.