Cancro: il caso non c'entra
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Cancro: non ci si ammala per caso

Chi si ammala di cancro non si ammala per caso o per sfortuna. Sembra che il 40% dei tumori possa essere prevenuto grazie allo stile di vita. Ad affermarlo è uno studio italiano pubblicato su Nature Genetics.

Stili di vita e ambiente in cui viviamo sembrano essere i responsabili dell’insorgenza dei tumori. La dimostrazione arriva da uno studio italiano condotto insieme dall’Istituto Europeo di Oncologia, dall’Università Statale di Milano e dalla Federico II di Napoli. Secondo questa ricerca le alterazioni geniche più frequenti e significative per lo sviluppo dei tumori, conosciute come traslocazioni cromosomiche, non avvengono per caso ma sono prevedibili e provocate dall’ambiente esterno alla cellula.

Il ruolo delle mutazioni.

Un tumore si sviluppa quando una singola cellula accumula 6 o 7 alterazioni del DNA che incidono su particolari geni, quelli del cancro. Quindi cosa causa queste mutazioni? Da un lato c’è chi ritiene che la causa principale sia nell’ambiente in cui viviamo e nel nostro stile di vita, e dall’altra c’è chi ne attribuisce l’origine al caso e alla sfortuna. Infatti anni fa la rivista Science ha pubblicato alcuni studi, firmati da Bert Vogelstein e Cristian Tomasetti, in cui emerge che gran parte delle mutazioni rinvenute nei tumori si formano durante la normale vita dei nostri tessuti, in particolare quando le cellule duplicano il proprio DNA per moltiplicarsi. Secondo questa ricerca le evoluzioni in questione sono considerate inevitabili, perché dovute ad errori casuali, perciò Vogelstein ha concluso che le stesse avverrebbero in ogni caso indipendentemente dall’ambiente e dallo stile di vita tenuto.

Lavorare sui fattori di rischio.

Stando invece ai più recenti studi si fa concreta la possibilità di prevenire o almeno ritardare l’insorgenza di alcuni tumori utilizzando niente meno che un corretto stile di vita. Fattori di rischio noti sono ambientali: fumo, alcool, obesità, vita sedentaria, eccessiva esposizione ai raggi uv, una dieta ad alto contenuto in zuccheri e carni rosse o processate, e a basso apporto di frutta, legumi e vegetali. La comunità scientifica concorda oggi sul fatto che se tutti questi fattori fossero eliminati potremmo prevenire dunque il 40% dei tumori.

Quindi le traslocazioni cromosomiche sono casuali?

Le traslocazioni cromosomiche avvengono in seguito ad un particolare tipo di danno a carico del DNA, ossia la rottura della doppia elica. Come per le mutazioni, fino ad ora si credeva che questo tipo di danno avvenisse per caso nel genoma, ad esempio durante la divisione cellulare, come ipotizzato appunto da Vogelstein. Lo studio in realtà rivela che il danno avviene all’interno di geni con particolari caratteristiche ed in momenti precisi della loro vita. In questi geni la rottura del DNA avviene quando arriva un segnale che li fa accendere, ed è indispensabile perché possano “srotolarsi” e produrre l’RNA, per riprodursi. Studiando e conoscendo queste caratteristiche saremo in grado di prevedere quali geni si romperanno e quali no con un’accuratezza superiore all’85%. Nonostante ciò non tutti i geni che normalmente si rompono generano traslocazioni (cioè la fusione di due geni rotti), ma solo quelli che sono più frequentemente a contatto tra loro per coordinare la loro attività di accensione o spegnimento. L’attività di quei geni è controllata da segnali specifici generati dall’ambiente nel quale si trovano le cellule che a sua volta è influenzato dall’ambiente in cui viviamo e dai nostri comportamenti (dall’apporto di energia, dal tipo di batteri con cui entriamo in contatto, dalle sostanze che ingeriamo, ecc.), ma non dalla sfortuna.

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Stefania Palazzo
La 'Stefy' è stata la prima autrice del sito nonché la prima a credere nel progetto Virtua Salute. Appassionata di medicine naturali.
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