Scienza Maledetta

La Scienza ha dimostrato: un coltello prodotto con le proprie feci non taglia [Studio]

Ultimo aggiornamento: 28 Settembre 2020

Con l’approssimarsi della fine dell’anno, volevo dedicare l’ultimo “Scienza Maledetta” ad un esperimento scientifico bizzarro o controverso pubblicato in tempi moderni. La prima scelta era caduta sull’ormai famoso: “Music-induced context preference following cocaine conditioning in rats” -sì, proprio quello dei ratti sotto cocaina che preferiscono ascoltare musica di Miles Davis. Oppure, ancora meglio, potevo parlare dello studio che ha dimostrato che alle zanzare non piace Skrillex: “The electronic song “Scary Monsters and Nice Sprites” reduces host attack and mating success in the dengue vector Aedes aegypti“.

Tuttavia, all’ultimo secondo, uno studio ancora più recente, pubblicato nell’Ottobre 2019 sul Journal of Archaelogical Science: “Experimental replication shows knives manufactured from frozen human feces do not work” ha sorpassato e enormemente distaccato all’ultimo secondo i topi sballoni e le zanzare che odiano la dubstep nelle mie preferenze.

Aggiornamento 25 Settembre 2020

Ci avevo visto lungo! L’esperimento del coltello fatto di feci, descritto in questo articolo, ha vinto l’IgNobel 2020 nella categoria “Scienza dei Materiali” – Altri dettagli su Lega Nerd: https://leganerd.com/2020/09/23/ignobel-2020-vincitori/

Tutto nasce dall’affascinante racconto di un Inuit riportato negli anni 90

Nel 1998 l’antropologo (ma anche biologo, etnografo, fotografo) americano Wade Davis pubblica il libro “Shadows in the Sun: Travels to Landscapes of Spirit and Desire“. Un resoconto completo di anni di viaggi dell’autore in giro per il mondo a contatto con le più disparate e curiose popolazioni del pianeta.

Tra i numerosi aneddoti presenti nello scritto, ce n’è uno che narra di un vecchio Inuit (popolazione nativa dell’Artico, tra Canada, Stati Uniti e Groelandia) che fu sorpreso da una tempesta di ghiaccio, isolato e privo di alcuno strumento per cacciare o difendersi. Decise quindi di produrre un coltello usando come unica materia prima le proprie feci. Il vecchio le lasciò congelare e da esse formò una lama, rudimentale ma tanto affilata da poter uccidere e macellare un cane.

Davis afferma che la storia gli fu raccontata da un Inuit assolutamente attendibile, tanto da decidere di riportarne i passi salienti nella versione finale del libro; col tempo però ammise di aver nutrito qualche sospetto sul fatto che chi gliela raccontò lo stesse in realtà prendendo in giro.

L’aneddoto è rimbalzato indisturbato per anni in ambienti accademici, dividendo coloro che lo ritenevano plausibile e chi invece lo bollava seccamente come pura fantasia, una delle tante leggende che i nativi tramandano oralmente di generazione in generazione.

Per strano che possa sembrare, secondo lo studio è: “[…] one of the most popular ethnographic accounts of all time” (trad. uno dei racconti etnografici più popolari di tutti i tempi).

Nel 2019 un team di scienziati ha deciso di verificare, fisicamente, la plausibilità della storia del vecchio Inuit e del suo coltello fatto con le feci.

Popolare o meno, fu di grande ispirazione per il Professor Metin Eren, oggi docente presso la Kent State University (Ohio), che decise di intraprendere gli studi di antropologia proprio ascoltando, per radio, questa storia quando ancora frequentava il Liceo.

Metin I. Eren – foto da kenstate.tv

È nel Laboratorio di Archeologia Sperimentale dell’Università Ken State -di cui Eren è co-direttore- che l’esperimento del coltello fatto di cacca prende vita.

I primi due ostacoli che incontrano Eren e colleghi sono per lo più pratici:

  1. In Ohio la disponibilità di Eschimesi Inuit è pressoché nulla;
  2. Nessuno ha realmente voglia di andare fino al Circolo Polare Artico e rivivere la storia del vecchio Inuit.

Senza contare il fatto che non sarebbe accettabile testare il, diciamo, manufatto, su un animale vivo per saggiarne l’efficacia.

L’esperimento

Con il classico metodo della pagliuzza corta, si estrae a sorte tra i ricercatori chi, per otto giorni, dovrà seguire una dieta simil-Inuit, ovvero ricca di proteine e grassi di origine animale. Il fortunato è proprio il Prof. Metin Eren.

Il materiale fecale da cui produrre il coltello viene raccolto dopo il 4° giorno e per i successivi cinque giorni. Per simulare le condizioni ambientali dell’Artico, i campioni di feci vengono portati e conservati ad una temperatura di -50°.

Per la costruzione di diversi coltelli vengono utilizzate due tecniche. La prima, usando utensili costruiti usando materiali disponibili nel territorio Artico, come stampi in terracotta.

Coltello prodotto inserendo la materia fecale in stampi

La seconda, plasmando manualmente (usando i guanti) la materia fecale.

Coltello prodotto manualmente

Nell’impossibilità di sacrificare un vero cane sull’altare della Scienza, i ricercatori hanno optato per testare le varie versioni del coltello su interiora di maiale (deceduto altrove e per altre ragioni): tendini, muscoli, pelle, portate e conservate ad una temperatura di -20°.

I risultati

Gli esperimenti di taglio sono iniziati con la pelle, basandosi sul presupposto che se i coltelli non fossero stati in grado di tagliare la pelle, i successivi tentativi con muscoli e tendini sarebbero inutili.

Né i campioni creati con gli stampi e affilati con utensili di metallo, né i coltelli fatti a mano sono stati in grado di tagliare la pelle. Nonostante la pelle fosse refrigerata (-20°), invece di tagliarla il bordo del coltello semplicemente si scioglieva al solo contatto, lasciando strisce di materia fecale. Come sulle mutande, esatto.

Motivo per cui bisogna evitare mutande bianche….

Come controprova, è stato ripetuto l’esperimento usando i campioni fecali di un altro membro del team (Michelle Bebber), che aveva seguito una dieta più tradizionalmente occidentale. I coltelli fatti a mano erano soggetti alle stesse procedure e temperature del primo set di coltelli. Tuttavia, anche questi coltelli non hanno neanche minimamente inciso la pelle.

Per curiosità, i ricercatori hanno cercato di tagliare il grasso sottocutaneo sul lato inferiore della pelle. Con una certa difficoltà, si potevano produrre, per qualche istante, solo fette grossolane prima che il bordo della lama si sciogliesse miseramente.

Per il professor Metin Eren non finisce qui!

Fermi restando i negativi risultati ottenuti, che normalmente bollerebbero la seppur simpatica novella Inuit come “bufala”, Metin Eren si ripropone, per il futuro, di rifare l’esperimento variando la composizione della materia fecale, ad esempio testando diversi tipi di dieta, e testando ulteriori utensili per produrre i coltelli.

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Pavel Fucsovic
Nato in Croazia ma naturalizzato Italiano, Laureato in Scienze Motorie e raffinato scrittore di brevi racconti. Collabora anche con testate web locali del Nord-Est. ------ Note biografiche disponibili nella pagina Redazione | Tutti gli articoli, ove non espressamente specificato, sono sottoposti a Revisione Scientifica e Fact Checking.
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