Nel mondo sta andando, letteralmente, a ruba. L’echinacea (Echinacea Purpurea) vanta una robusta letteratura scientifica che ne dimostra il discreto potenziale nel prevenire infezioni del tratto respiratorio. Ma è efficace anche contro il SARS-CoV-2, il nuovo coronavirus responsabile del COVID-19? Non è dato saperlo. Per un motivo molto semplice…
Introduzione
Il termine “Echinacea” è riferito ad un genere di pianta perenne che racchiude nove specie. Il principio attivo “alchilamide” è presente in due specie, ovvero purpurea e angustifolia; si assume sotto forma di tintura, ma più comuni sono le capsule e le compresse.
L’Echinacea è stata ampiamente studiata per le sue proprietà di prevenzione delle infezioni del sistema respiratorio (nota bene: “prevenzione”, non “cura” – fonte). Uno dei principali studi è: “Echinacea root extracts for the prevention of upper respiratory tract infections: a double-blind, placebo-controlled randomized trial.“
Studi sulle proprietà “curative” o di riduzione dei tempi della malattia hanno dato risultati contrastanti e ambigui.
Quando la pandemia di SARS-CoV-2 ha iniziato a gettare le sue basi in Europa c’è stata la corsa all’acquisto di integratori di Echinacea.
Chissà, magari in futuro potranno esserci studi (osservazionali) di coorte tra coloro che hanno assunto regolarmente Echinacea durante la pandemia e fare un confronto con lo sviluppo del COVID-19. I tempi, comunque, sono ben lontani dall’essere maturi per trarne delle conclusioni o quantomeno degli indizi.
Lo studio più recente.
Il vero boom di vendite si è registrato quando uno studio degli Spiez Laboratory (Svizzera) è stato pubblicato il 10 Marzo 2020 su Research Gate in attesa del peer-review.
Lo studio: “In vitro antiviral activity of Echinaforce®, an Echinacea purpurea preparation, against common cold coronavirus 229E and highly pathogenic MERS-CoV and SARS-CoV” è in pre-print. Non è stato ancora pubblicato su alcuna rivista scientifica ed è attualmente in corso di revisione tra pari.
Già dal titolo [Lo so non è corretto analizzare uno studio solo dal titolo, ma indizi “pesanti” sono presenti già nell’intestazione – N.d.A.] cogliamo tre particolari:
- Lo studio è stato condotto “in vitro”, ovvero su colture cellulari, non su esseri umani;
- Lo studio ha utilizzato un prodotto commerciale, l’Echinaforce®, non un estratto puro e titolato;
- Lo studio non ha testato l’integratore sul SARS-CoV-2.
I risultati dello studio sono in accordo anche con precedenti studi che dimostrano la capacità preventiva dell’echinacea delle infezioni virali del tratto respiratorio.
Come già evidenziato, tuttavia, le colture cellulari non hanno subito la prova del fuoco del nuovo coronavirus. Inoltre, i test in vitro mettono direttamente a contatto cellule, virus e sostanze che vengono testate. In caso di integrazione alimentare, non è assolutamente garantito che l’assunzione orale consenta la medesima disponibilità del principio attivo a livello cellulare che si verifica in laboratorio.
Conclusioni
A livello di prevenzione delle infezioni del sistema respiratorio, l’Echinacea Purpurea vanta una robusta letteratura scientifica. Al momento, tuttavia, non è in alcun modo dimostrato che possa prevenire infezioni da SARS-CoV-2 e, di conseguenza, contrastare il COVID-19.
Anche se L’echinacea è generalmente considerata sicura a livello di potenziali effetti collaterali, l’alchilamide potrebbe interagire con altri principi attivi, e ciò potrebbe costituire un rischio per coloro che già si sottopongono a cure farmacologiche.
Valga la solita regola: anche se integratori di echinacea se ne trovano anche tra gli scaffali dei supermercati, è sempre meglio avvisare il proprio medico curante.
