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[Studio] Gli psicostimolanti che mettono a rischio la salute cognitiva – Prima Parte

Ultimo aggiornamento: 2 Settembre 2019

Un fenomeno in aumento è l’uso, spesso abuso, di farmaci psicostimolanti.
Si tratta di farmaci in grado di aumentare il livello di concentrazione.
La loro azione produrre effetti eccitatori sulle strutture cerebrali più elevate e sulle funzioni nervose superiori.

Tra questi farmaci troviamo:

  • Adderall
  • Benzedrine
  • Concerta
  • Cylert (ritirato dal mercato)
  • Daytrana (cerotti transdermici)
  • Deaner
  • Desoxyn
  • Dexedrine
  • Focalin
  • Metadate
  • Methylin
  • Provigil
  • Ritalin
  • Sparlon.

Nell’uomo vengono elettivamente influenzati il tono affettivo, l’ideazione e la percettività, con conseguenze variabili in rapporto alla dose assunta, a fattori ambientali e circostanziali e alla costituzione mentale dell’individuo.

Adderall e altri stimolanti […] sono il perfetto complice chimico in una società che premia la produttività sopra ogni altra cosa.

queste le indicazioni riportate l’anno scorso in un articolo pubblicato sul The Lancet Child & Adolescent Health.

Il circolo vizioso degli psicostimolanti

Oggi, a corredo di tale precedente, sono stati pubblicati i risultati di due studi:

  1. The impact of psychostimulants on sustained attention over a 24-h period
  2. Morning stimulant administration reduces sleep and overnight working memory improvement

I risultati hanno mostrato chiaramente come l’uso non medico di psicostimolanti apporti benefici solo a breve termine.
Sul lungo periodo, infatti, questi farmaci influiscono negativamente sulla concentrazione, sulla MDL (la memoria di lavoro, quella che utilizziamo quotidianamente per prendere decisioni) e sulla qualità del sonno, creando un circolo vizioso.
Entriamo nel dettaglio del primo studio, che si concentra sugli effetti della destrametetamina su tre intervalli temporali di attenzione.

Impatto degli psicostimolanti sulle 24 ore

Il primo studio è stato condotto su 43 partecipanti sani di età compresa tra 18 e 35 anni.
Durante la prima settimana di test, i partecipanti hanno ricevuto un trattamento con placebo o con 20 milligrammi di psicostimolante, trattamento alternato la seconda settimana.
75 minuti dopo aver ricevuto il farmaco, le prestazioni dell’attenzione dei partecipanti sottoposti a psicostimolante erano solo lievemente migliori, con un +4% rispetto a quelle del gruppo di controllo, in termini di migliore attenzione a breve termine e migliore focalizzazione.
Dopo 12 e 24 ore dall’assunzione, i partecipanti non hanno riscontrato più alcun beneficio.

Photo by pina messina on Unsplash

Risultati della prima ricerca

La nostra ricerca suggerisce che il presunto miglioramento della funzione esecutiva indotta dagli psicostimolanti in popolazioni sane potrebbe essere in qualche modo esagerato, poiché abbiamo riscontrato solo lievi miglioramenti diurni nell’attenzione e nessun beneficio per la memoria di lavoro.

afferma la co-autrice Sara Mednick, ricercatrice del sonno all’Università della California, a Riverside.

In un secondo articolo vedremo nel dettaglio la seconda ricerca: la fase di test e i dati che non hanno riscontrato benefici dalla somministrazione di psicostimolanti per quanto riguarda il sonno e la MDL.

Leggi la seconda parte dell’articolo

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Lucia Fava
Copywriter ed esperta di social media marketing, è la responsabile del coordinamento con i revisori scientifici. Si occupa di ricerca fonti e fact checking. ------ Note biografiche disponibili nella pagina Redazione | Tutti gli articoli, ove non espressamente specificato, sono sottoposti a Revisione Scientifica e Fact Checking.
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