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[Ricerca] L’affaticamento da esercizio leggero può essere la spia di problemi cardiaci

L’OMS – Organizzazione Mondiale della Sanità – definisce con il termine malattie cardiovascolari (CVD) il gruppo di disturbi legati ai vasi sanguigni e al cuore; fra cui troviamo:

  • insufficienza cardiaca
  • ipertensione (pressione sanguigna alta)
  • malattia coronarica (attacco cardiaco)
  • cardiomiopatie
  • malattia cerebrovascolare (ictus)
  • malattia vascolare periferica
  • cardiopatia reumatica
  • cardiopatia congenita.

Le CVD rappresentano la prima causa di morte a livello globale e si stima che, entro il 2030, quasi 23,6 milioni di persone moriranno principalmente a causa di malattie cardiache ed ictus.

L’associazione tra affaticamento e malattie cardiovascolari

Il rapporto tra affaticamento e malattie cardiovascolari si verifica comunemente in età più avanzata.
Tuttavia la dimensione soggettiva dell’affaticamento percepito, differente a seconda delle situazioni vissute, rende il rapporto difficile da valutare nella sua grandezza.
Il 14 Agosto 2019 è stato pubblicato una nuova ricerca a tema sul JAHA (Journal of the American Heart Association) dal titolo: “Association Between Cardiovascular Risk and Perceived Fatigability in Mid‐to‐Late Life”.

Lo studio ha valutato una coorte di partecipanti di 625 persone con un’età media di 68 anni, senza pregressi di CVD.
Per esaminare la loro “affaticabilità” ciascun partecipante è stato sottoposto ad un test che consisteva in una camminata molto lenta su un tapis roulant.
L’affaticabilità percepita dai partecipanti è stata valutata utilizzando il rating Borg della scala di sforzo percepito dopo una camminata della durata di 5 minuti (0,67 m/s, pendenza 0%).

Foto di mohamed Hassan da Pixabay

Sono stati utilizzati modelli statistici lineari per valutare il rapporto tra rischio CVD di base e affaticabilità percepita in media quattro anni e mezzo dopo, corretti per dati comportamentali, demografici e anamnesi clinica.
I ricercatori hanno scoperto che le persone che avevano punteggi più alti associati al rischio cardiovascolare avevano maggiori probabilità di percepire come estenuante la camminata.
Le analisi hanno suggerito che questa associazione era più forte tra i partecipanti di età ≤70 anni e quelli con obesità.

Dovrebbe essere uno sforzo molto leggero. Quando le persone ritengono che lo sforzo sia estenuante è un elemento significativo.

ha dichiarato l’autore dello studio, Prof. associato Jennifer Schrack, del dipartimento di epidemiologia della Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health di Baltimora, MD.

Le persone che sono in grado di mantenere il loro peso e l’attività fisica, tendono ad avere [meno] effetti di affaticamento e, di conseguenza, meno rischi cardiovascolari nel tempo

ha concluso il Prof. Schrack.

Osservazioni sulla ricerca e a tema prevenzione

Il Dott. Salim Virani, cardiologo del Michael E. DeBakey VA Medical Center, non facente parte del team di ricerca, ha messo in luce un limite alle analisi.
I ricercatori, infatti, non hanno effettuato il test di affaticamento all’inizio dello studio. Questo gli avrebbe permesso di confrontare i dati con quelli del test effettuato quattro anni e mezzo più tardi.
Tuttavia, il Prof. Schrack ha sottolineato che le persone possono considerare questo sintomo come spia a prestare maggiore attenzione alla loro salute cardiovascolare.
Oltre a richiedere un check-up medico, possono iniziare ad apportare modifiche al proprio stile di vita, tali da poter ridurre il rischio di CVD.

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Lucia Fava
Copywriter ed esperta di social media marketing, è la responsabile del coordinamento con i revisori scientifici. Si occupa di ricerca fonti e fact checking. ------ Note biografiche disponibili nella pagina Redazione | Tutti gli articoli, ove non espressamente specificato, sono sottoposti a Revisione Scientifica e Fact Checking.
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