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[Nuovo Studio] Il lupo è socialmente più cooperativo del cane?

La cooperazione fra gli uomini trova fondamento sulle preferenze dell’ “altro”.
Un comportamento sociale, ampio e regolare basato sull’altruismo è noto nella nostra specie.
La cooperazione altruistica tra cani, e le differenze di comportamento tra lupi e cani domestici non è ancora del tutto chiara.

Studi precedenti hanno suggerito che la selezione naturale abbia favorito comportamenti cooperativi rispetto a quelli non cooperativi e, per quanto riguarda i cani, ha aperto l’ipotesi che l’addomesticamento “abbia selezionato” questi comportamenti.
Tuttavia non è stato trovato alcun chiaro legame tra correlazione filogenetica e prosocialità, suggerendo che altre pressioni di selezione convergenti possano svolgere un ruolo nell’evoluzione di tali comportamenti.
Inoltre è interessante notare che, mentre i lupi fanno molto affidamento sulla cooperazione, i cani lo fanno sostanzialmente meno, portando così alla previsione che i lupi siano più prosociali dei cani.

Lo studio che indaga su questi aspetti è stato pubblicato il 1 maggio 2019 sul giornale scientifico PLOS ONE: “Wolves, but not dogs, are prosocial in a touch screen task”.

Il Test: l’influenza sociale sullo stato motivazionale

I ricercatori hanno testato sia i lupi sia i cani, addestrandoli a premere con il naso un touchscreen, scegliendo tra:

  • un simbolo di “dare”, che consegnava una ricompensa ad un gabbia adiacente con divisorio trasparente in cui si trovava il ricevitore;
  • un simbolo di “controllo” che non forniva alcuna ricompensa.

Tutti i soggetti avevano già familiarità con l’utilizzo e le discriminazioni sul touchscreen.
È stato preferito il metodo 0/1 vs. 0/0 – dove il soggetto può scegliere tra premiare solo il partner o nessun premio – piuttosto che il metodo 0/1 vs. 1/1 – dove la scelta è tra il premiare solo se stessi o premiare se stessi e il partner – perché quest’ultimo paradigma è ritenuto troppo complesso per essere appreso dai cani.

I test effettuati controllano l’influenza dell’agevolazione sociale, in cui la semplice presenza di un conspecifico può aumentare o inibire lo stato motivazionale di un individuo, e questo a sua volta può migliorare o diminuire il suo impegno in determinati comportamenti.

Le fasi del test sono state 3:

1. ADDESTRAMENTO

I partner hanno avuto accesso al recinto del ricevitore e potevano quindi accedere ai premi dopo una scelta di “dare”.

2. TEST

Il divisorio trasparente è stato chiuso. Il partner era nel recinto del ricevitore e aveva accesso a qualsiasi premio consegnato dal soggetto.

3. CONTROLLO

Il divisorio trasparente è stato chiuso. Il partner era presente, ma in una gabbia diversa da cui non aveva più accesso al premio.

Fig. 1 – Foto dall’articolo di Rachel Dale e collaboratori

Fig 1. Impostazione delle condizioni di prova.
Dopo una “scelta” da parte del soggetto (a destra), il partner (a sinistra) è stato premiato. Un divisorio trasparente tra le due gabbie consentiva al soggetto di vedere se un partner veniva premiato o meno per le proprie azioni, nonché l’identità del partner.

Questo controllo di facilitazione sociale è stato considerato il miglior controllo, poiché in un determinato momento viene modificato solo un fattore nell’assetto, indipendentemente dal fatto che il partner riceva o meno cibo.
Infine, in linea con studi precedenti, è stato incluso anche un controllo non sociale in cui non era presente alcun partner.

Le teorie previsionali sui risultati

I ricercatori hanno previsto che i cani, nell’attuale compito, avrebbero mostrato una risposta prosociale.
Per i lupi hanno sviluppato 2 possibili teorie:

  • se è emersa la prosocialità nel corso dell’addomesticamento evolutivo, i lupi dovrebbero essere meno prosociali dei cani;
  • se la dipendenza dalla cooperazione è un fattore di rispetto prosociale, i lupi dovrebbe essere prosociali come i cani, se non di più.

I lupi sono più tolleranti dei cani nella condivisione del cibo

Lo studio ha dimostrato che l’addomesticamento non ha necessariamente reso i cani più prosociali. Piuttosto, sembra che la tolleranza e la generosità verso i membri del gruppo contribuiscano a produrre alti livelli di cooperazione, come si vede nei lupi.

ha dichiarato la ricercatrice Rachel Dale del Wolf Science Center di Vienna, in Austria.

Per quanto riguarda i lupi, la frequenza di consegna del cibo al recinto adiacente non è cambiata nel tempo.

1 – In primo luogo, non vi era alcuna differenza tra le tre condizioni di controllo:

  • facilitazione sociale all’interno del gruppo (controllo IG)
  • facilitazione sociale all’esterno del gruppo (controllo OG)
  • controllo non sociale;

2 – In secondo luogo, i lupi hanno eseguito significativamente più prove quando il partner del gruppo poteva ricevere la ricompensa (test IG) rispetto a quando era presente il partner, ma non era in grado di ottenere la ricompensa

Contrariamente ai lupi, nei cani si sono verificate prestazioni in calo tra le sessioni, e non è emerso alcun effetto dalla condizione limitante del partner fosse in grado (o non in grado) di ottenere la ricompensa.

I ricercatori hanno quindi indicato le seguenti conclusioni:

Suggeriamo che ciò possa essere spiegato dalle diverse pressioni di selezione socio-ecologiche affrontate dalle due specie, con i lupi che fanno affidamento più sulla cooperazione con i membri del gruppo rispetto alla loro controparte domestica.
Questi risultati suggeriscono che i comportamenti prosociali sono probabilmente derivati ​​da tratti ancestrali e non possono considerarsi risultato di addomesticamento.

Lo studio attuale rafforza ulteriormente la valutazione secondo cui il comportamento prosociale è un fattore importante per le specie cooperative e, nel loro insieme, questi esperimenti supportano un legame più ampio tra cooperazione, prosocialità e avversione alle disuguaglianze.

La cura degli animali durante i test è conforme alle linee guida istituzionali e nazionali.
Il comitato etico istituzionale dell’Università di Medicina veterinaria, Vienna, ha discusso ed approvato la ricerca, conformemente alle linee guida SPG e alla legislazione nazionale (10/08/97/2014).

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Lucia Fava
Copywriter ed esperta di social media marketing, è la responsabile del coordinamento con i revisori scientifici. Si occupa di ricerca fonti e fact checking. ------ Note biografiche disponibili nella pagina Redazione | Tutti gli articoli, ove non espressamente specificato, sono sottoposti a Revisione Scientifica e Fact Checking.
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