Economia e Lavoro

Migrazione Sanitaria: 3 consigli per chi cerca casa

Ultimo aggiornamento: 18 Dicembre 2019

Il fenomeno della migrazione sanitaria, in Italia, coinvolge ogni anno 750 mila pazienti, con una movimentazione economica (dati 2018) di quasi 5 miliardi di euro. Lo Stato riconosce all’individuo la facoltà di curarsi presso la struttura che ritiene più consona al trattamento della sua patologia, sul suolo italiano e in area Schengen senza perdere il diritto alla gratuità delle prestazioni mediche. Tuttavia, un problema spesso non posto in sufficienza è quello degli accompagnatori.

Il riconoscimento della Salute come diritto inalienabile della persona si riflette nel fatto che lo Stato italiano si faccia carico, in tutto o in parte, delle spese mediche del paziente. Questo benefit (che nei civilissimi Stati Uniti si sognano!) tuttavia non si estende ad una componente essenziale della cosiddetta migrazione sanitaria: i parenti accompagnatori, che si trovano a dover affrontare spese ingenti per vitto, mancate ore di lavoro e, soprattutto, trovare un alloggio.

Per comprendere la portata del fenomeno, sono quasi 1 milione, ogni anno, le persone che si spostano per l’italia e l’europa per accompagnare un parente nel suo percorso di terapia lontano da casa.

Primo consiglio: rivolgersi alle associazioni

Verificare, nella regione di arrivo, la presenza di associazioni e ONLUS che offrano supporto a famiglie in trasferta per motivi di salute (propri o di un parente).

Ad esempio per Milano e altre città della Lombardia è attiva sul territorio “A Casa Lontani Da Casa” che fornisce supporto ai pazienti e alle loro famiglie dal punto di vista logistico e di fornitura posti letto temporanei.

Secondo consiglio: Hotel, Air BnB o affitto transitorio?

Calcolatrice alla mano, se la trasferta è temporanea, nell’ordine di qualche giorno, la scelta preferibile è l’hotel.

Per trasferte più lunghe, ma definite nel tempo, ad esempio qualche settimana, AirBnB che mette a disposizione appartamenti per brevi/medi periodi, può essere una soluzione praticabile. Il consiglio è cercare SEMPRE il contatto diretto con l’host in modo da trattare un prezzo conveniente per il proprio soggiorno.

Se invece le cure possono protrarsi per un tempo indeterminato, l’unica è affacciarsi sul mercato immobiliare alla ricerca di appartamenti in affitto uso transitorio (senza prendere la residenza).

Esistono molti portali immobiliari che offrono appartamenti in affitto e, a seconda del loro legame col territorio e le agenzie, possono avere un portfolio più o meno nutrito.

Oppure, fenomeno relativamente nuovo in Italia e già diffuso nel Nord, si può contattare una fondazione che si occupi di Social Housing (es: Fondo Ca’ Granda a Milano).

Terzo consiglio: parlatene con il datore di lavoro

Se si è lavoratori dipendenti, si può optare per l’aspettativa retribuita o non retribuita. L’aspettativa è un istituto rigidamente normato dallo Stato ed è considerato un diritto del lavoratore.

Nel caso di assistenza (anche migratoria) di un familiare per motivi di salute può essere chiesta l’aspettativa retribuita.

Per richiedere l’aspettativa retribuita bisogna fare domanda all’INPS (fonte: https://quifinanza.it/lavoro/aspettativa-retribuita-come-si-ottiene/297715/) .

In tutti gli altri casi, ad esempio lavoro autonomo o telelavoro è fondamentale organizzarsi un po’ prima della partenza, assicurandosi di poter operare anche nella nuova location.

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Antonio De Giovanni
Founder di VirtuaSalute.com. Laureato in Economia e Commercio, si occupa delle categorie "Economia e Lavoro".
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