Economia e Lavoro

Automedicazione (il principio, in Italia)

In un momento storico particolare, in cui social, internet, e rapido (ma non sempre razionale) accesso alle risorse stanno creando una nuova generazione di falsi guru della medicina, ognuno dei quali in possesso della chiave per la cura di ogni malattia, è bene chiarire -a scopo propedeutico- che un conto è l’automedicazione e un conto è l’esercizio abusivo della professione medica.

In Italia, Paese in cui la Sanità è pubblica, la Costituzione all’articolo 32 parla chiaro:

La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.

Art 32 Costituzione Italiana


La Sanità quindi, a tutela dell’individuo AND nell’interesse della collettività fornisce gratuitamente, o dietro pagamento di un “ticket” (che copre solo in minimissima parte l’effettivo costo della prestazione) assistenza e cure mediche ai cittadini.

Questa regola, che è parte della Costituzione, quindi un pilastro della democrazia in cui viviamo, fa capire in modo netto e inequivocabile perché, ad esempio:

  1. Se la % di copertura vaccinale si abbassa pericolosamente, è possibile che il Legislatore ne imponga l’obbligo: a tutela dell’intera collettività, in certi casi, i capricci del singolo vengono posti in secondo piano;
  2. La Magistratura prenda con estrema serietà fenomeni come il “Life 120” e, in generale, casi in cui soggetti non iscritti all’Ordine dei Medici suggeriscono cure e terapie: un paziente che sceglie, ad esempio, di non curare l’artrite perché gli viene detto che se mangia bacon gli passa è, potenzialmente, un costo altissimo per la Sanità pubblica;
  3. Molti farmaci sono acquistabili solo dietro prescrizione medica (o prescrizione medica specialistica).

Allo stesso tempo, tuttavia, proprio perché la Sanità è un costo a carico della collettività, lo Stato riconosce al singolo la facoltà di curare in autonomia sintomi [occhio: sintomi, non patologie N.d.R.] non gravi proprio per non saturare il Servizio Sanitario Pubblico. Immaginate ad esempio se TUTTI i cittadini si rivolgessero al Pronto Soccorso o al medico di base per un taglietto superficiale, per uno sporadico mal di testa, per i dolori mestruali o per l’acidità di stomaco dopo una peperonata: non solo ogni struttura sanitaria sarebbe invasa da pazienti, ma l’intero sistema della Sanità collasserebbe in pochi giorni.

Per questo motivo certe classi di antidolorifici o antipiretici, come l’ibuprofene o l’acido acetilsalicilico, sono in libera vendita (i classici farmaci C-Bis), e molti dispositivi da automedicazione, come cerotti, disinfettanti, garze, sono in vendita anche nei supermercati.

È però sempre fondamentale -e questa è una sfumatura che sfugge ai più- che l’automedicazione sia sempre una scelta individuale e consapevole.

Nessun soggetto che non sia iscritto all’Ordine dei Medici può suggerire, indicare, somministrare farmaci, anche di classe C-bis, ad un altro individuo: in generale, non può indicare alcun trattamento che abbia finalità curative. Neanche il marito, il miglior amico, l’amante.

Alcuni esempi pratici, va!

Cara mogliettina, ti massaggio i piedi perché so che ti piace.

OK. Puoi.

Cara mogliettina, ti massaggio i piedi così ti passa il dolore alla cervicale.

NO, non puoi. Smettila.

Cara mogliettina, hai mal di testa? Dai prendi un ibuprofene così ti passa!

È arrivato il Dottor House. NO, non puoi.

Cara mogliettina, ti sei procurata un superficiale taglio all’indice sinistro durante la preparazione della zuppa di cipolle che mi piace tanto? Ti prendo cerotti e disinfettante!

Prima di tutto: ma come parli? Comunque sì, puoi, gentilissimo.

Cara mogliettina, ti sei procurata un superficiale taglio all’indice sinistro durante la preparazione della zuppa di cipolle che mi piace tanto? ti disinfetto la ferita e ti metto un cerotto.

A parte la zuppa di cipolle che già di per sé è censurabile: NO, non puoi.

Che poi sembrano esempi campati in aria, ma situazioni simili [zuppa di cipolle a parte, si spera! N.d.R.] capitano tutti i giorni tra le mura domestiche italiane. E ci sta: per fortuna nell’intimità della propria casa lo Stato non può (e non deve) arrivare.

In ogni caso, ribadiamo, tra “automedicazione” e “esercizio abusivo della professione medica” il confine è netto e la discriminante è proprio la scelta consapevole dell’individuo.

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Antonio De Giovanni
Founder di VirtuaSalute.com. Laureato in Economia e Commercio, si occupa delle categorie "Economia e Lavoro".
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[…] inferiori, quali 200 e 400 mg, sono autorizzati dall’AIFA come medicinali da banco per automedicazione di piccoli disturbi quali mal di testa, dolori muscolari e articolari, sintomi influenzali lievi e […]

[…] questo aggiungiamo che, in base al diritto dell’individuo all’automedicazione, attraverso farmaci da banco (disponibili anche online in una farmacia associata ad un e-commerce) […]