Ernia Iatale

Ultimo aggiornamento: 25 Settembre 2019

L’ernia iatale è una patologia caratterizzata dalla migrazione del fondo gastrico (parte superiore dello stomaco) verso la cavità toracica, al di sopra del diaframma. Le principali cause che provocano questa patologia sono l’obesità, la gravidanza, un grande sforzo fisico, o  una predisposizione dovuta a una determinata costituzione corporea.

Esistono tre diversi tipi di ernia iatale (da non confondere con l’ernia inguinale, che è cosa ben distinta), contraddistinti da diverse cause.

L’ernia da scivolamento, è la più comune ed è tipica dei soggetti obesi. Essa è dovuta alla pressione che esercita l’addome ingrossato sullo stomaco, che viene in questo modo spinto verso l’alto.

L’ernia da rotolamento è invece meno comune e determina la rotazione dello stomaco.

L’ernia mista o complicata è la forma più complessa e necessita di intervento chirurgico.

Spesso l’ernia iatale è asintomatica, oppure può presentare disturbi generici, come l’accumulo di aria nello stomaco e quindi eruttazioni frequenti, pesantezza gastrica e raramente dolore toracico. In alcuni casi però, essa è associata anche ad un’altra patologia, il reflusso gastro-esofageo e ciò comporta la comparsa di numerosi altri sintomi, come rigurgiti acidi, pirosi, presenza di extrasistole dopo il pasto e asma. Nel caso di ernia abbinata a reflusso esofageo i sintomi si aggravano a causa dell’acidità delle secrezioni che, dallo stomaco risalgono nell’esofago, creando infiammazione e nei casi più gravi, ulcerazioni a carico delle mucose esofagee.

La diagnosi per l’ernia iatale si può effettuare mediante radiografia con mezzo di contrasto, endoscopia o gastroscopia, con le quali è possibile stabilire non solo l’eventuale presenza della patologia, ma anche il suo grado di gravità e quindi le terapie da prescrivere o l’eventuale intervento chirurgico da effettuare.

Nella maggior parte dei casi, però, l’intervento chirurgico non è necessario, ma il problema si risolve attraverso un’accurata dietoterapia. Nei soggetti che presentano invece altre complicanze, come il reflusso gastro-esofageo associato, c’è bisogno di affiancare ad una specifica alimentazione, anche una terapia farmacologica, che prevede la somministrazione di farmaci inibitori della pompa protonica, per ridurre parzialmente l’acidità gastrica.

Per quanto riguarda la dietoterapia, i consigli da seguire sono: consumare più pasti al giorno e meno abbondanti, mangiando lentamente e masticando in modo adeguato. Ridurre i cibi grassi, evitare caffè, tè, cioccolato, bevande gassate, spezie, cibi molto freddi o molto caldi ed abolire il fumo e l’alcol.

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