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Antibiotico-Resistenza? Italia sempre maglia nera!

Quella dell’antibiotico-resistenza rappresenta una delle “emergenze critiche” che da alcuni anni le realtà sanitarie debbono quotidianamente affrontare, tale da causare incrementi dei costi (sanitari ed umani), della durata della degenza nonché frequenti e prevedibili fallimenti terapeutici. Si tratta, in pratica, del fenomeno per cui i Batteri non rispondono più al trattamento con antibiotici e questo per svariati motivi: dalla crescita di colonie di batteri che risultano essere resistenti al trattamento in corso all’inappropriato utilizzo degli antibiotici stessi, dalla capacità che hanno i batteri di creare rapidamente delle difese a tale attacco terapeutico alla gravità delle condizioni cliniche del Paziente, magari già minate da plurime terapie antibiotiche.

Questo fenomeno vede, purtroppo, l’Italia tra le Nazioni più colpite in Europa, se non la più colpita, presentando tassi di resistenza agli antibiotici al di sopra delle medie europee, prevalenti nelle Regioni del Sud ma ben presenti anche in quelle del Nord.

Mentre i dati relativi alla resistenza per i patogeni Gram positivi appaiono tendenzialmente stabili, seppur elevati, è tra i Gram negativi che si osserva il trend dalla maggior crescita, interessando soprattutto Germi come l’Escherichia Coli e la Klebsiella pneumoniae.

Relativamente agli antibiotici, gli incrementi maggiori della resistenza sono relativi a quelli più utilizzati (che sono spesso anche quelli più recenti), soprattutto alle cefalosporine di terza generazione, agli aminoglicosidi, ai florochinolonici, ma anche ai carbapenemici, molecole di ultima linea per le infezioni da patogeni multiresistenti, resistenza drammaticamente in crescita nei confronti, in particolare, della Klebsiella pneumoniae. Ad oggi si deve purtroppo registrare come il 70% dei batteri che causano un’infezione nosocomiale abbiano sviluppato resistenza ad almeno una delle molecole utilizzate per il loro trattamento.

Una debacle per la terapia antibiotica o una vittoria della resistenza mostrata dai batteri? Probabilmente tutte e 2 le cose. Quello che è sicuro è come spesso il Medico si trovi di fronte ad infezioni da debellare che risultano, sulla base dei dati laboratoristici, difficili da trattare, dovendo talora ricorrere da un lato a nuovi costosissimi antibiotici, tutti da valutare, e dall’altro a ricercare, non senza difficoltà, vecchi farmaci ormai introvabili o difficili da reperire per fine produzione o ricchi di effetti collaterali o precauzioni da sorvegliare continuamente.

Tanto è vero che, secondo alcuni studi ed opinioni di Esperti, ci stiamo avvicinando al 2050, da molti considerato come probabilmente quello coincidente con il termine dell’epoca degli antibiotici e come anno in cui la mortalità per infezioni multi-resistenti sarà in grado di scalare la vetta come prima causa di morte.

Una tra le principali cause dell’antibiotico-resistenza è rappresentata dall’errato utilizzo degli antibiotici, spesso assunti senza indicazione medica o per trattare infezioni non responsive al trattamento antibiotico, tipo quelle virali.

Varie le Campagne fin qui avviate, da parte di Enti Nazionali (AIFA ma non solo) e Mondiali (Organizzazione Mondiale della Sanità) ed ogni anno, nel mese di Novembre, si ripresenta la Giornata degli Antibiotici.

Uno degli obiettivi chiave del piano è quello di migliorare la comprensione della resistenza agli agenti antimicrobici attraverso efficaci percorsi di comunicazione, di educazione e di formazione, perché il fenomeno dell’antibiotico-resistenza venga compreso e sentito come una responsabilità individuale che ha però conseguenze sulla salute di tutti”.

A tal proposito cade la segnalazione di oggi, relativa agli ultimi dati pubblicati su tale fenomeno e che si riferiscono all’anno 2018, a cura dell’ISS, Istituto Superiore di Sanità. Tali dati ci segnalano come in Itali i dati di tale fenomeno mostrino sì un trend in calo ma rimangono però ancora ben oltre la media europea.

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Giancarlo Giuliani
Medico Specialista in Medicina Interna e Formatore per le Professioni Sanitarie - Lavora in Reparto medico ad indirizzo Geriatrico - Esperto di Diagnostica Vascolare e Terapie Non Farmacologiche.
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