Disturbi del Sonno

Ultimo aggiornamento: 6 Giugno 2019

DISTURBI DEL SONNO

Molto comuni a tutte le età possono avere forme diverse ed hanno quasi sempre ripercussioni negative sulla vita delle persone che ne sono colpite. Possono derivare da un disordine fisico o psicologico ma anche legati ad un ambiente inadatto o ad uno stile di vita poco sano e possono essere allievati da una dieta apposita o da speciali letti imbottiti.

TIPOLOGIE DI DISTURBI DEL SONNO

Sonnambulismo: interessa soprattutto i bambini, ha origine neurologica, si verifica durante il sonno profondo e generalmente non dura più di 30 minuti. Un sonnambulo ha gli occhi aperti ed un aspetto inespressivo, può rimanere seduto sul letto oppure andare in giro, parlare, eseguire gesti; ha la tendenza ad irritarsi facilmente fino a mostrare, a volte, un comportamento violento.

Terrore notturno: è analogo al sonnambulismo e si manifesta di solito all’inizio della notte con attacchi che durano al massimo 20 minuti e durante i quali il bambino che dorme sembra sveglio e in uno stato di panico; è rosso, suda, ha frequenza cardiaca e battito accelerati, urla, piange e si agita. Il bimbo non riconosce i genitori, non reagisce ai tentativi di calmarlo e si riaddormenta spontaneamente senza conservare alcuna memoria dell’episodio.

Insonnia: consiste nella difficoltà di addormentarsi e di avere un sonno qualitativamente e quantitativamente soddisfacente. Può dipendere da diversi fattori, generalmente stile di vita poco sano oppure disturbi psicologici come ansia, stress e depressione.

Narcolessia: si verifica con improvvisi attacchi di sonno e cadute del tono muscolare (cataplessia) durante il giorno che durano generalmente da pochi minuti a meno di un’ora.

Catalessia: improvvisa perdita di tono muscolare senza perdita di coscienza, la persona crolla a terra ma rimane cosciente. Di solito è dovuta ad un’intensa emozione.

Enuresi: comunemente detta ‘pipì a letto’ è caratterizzata da una minzione involontaria durante il sonno che colpisce soprattutto i bambini piccoli che, in alcuni casi, continuano ad esserne soggetti fino all’adolescenza.

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