Dermopigmentazione

Ultimo aggiornamento: 27 Giugno 2014

Cos’è e come viene applicata in campo medico-scientifico e non solo

L’industria dell’estetica ha fatto numerosi passi avanti negli ultimi anni, non solo attraverso l’innovazione cosmetica ma anche con tecniche all’avanguardia che hanno permesso di ottenere risultati eccellenti e, soprattutto, sicuri.

Tra queste, grandi successi sono stati ottenuti dalla dermopigmentazione, tecnica attraverso la quale è possibile colorare parti del tessuto cutaneo. A livello scientifico può essere definita come un trattamento paramedicale che, attraverso l’inserimento sotto pelle di pigmenti compatibili per composizione con la cute, e per questo facilmente smaltibili da essa attraverso le cellule macrofaghe, pemette di coprire zone prive di pigmentazione.

Per l’applicazione deve essere usato il dermografo, simile ad una penna nella quale vengono inseriti degli aghi (che deveno essere rigorosamente monouso), connesso a uno strumento elettrico per tatuare.

La dermopigmentazione è usata sia nei casi post-operatori lievi in cui è necessario intervenire per coprire cicatrici (come nel caso di liposuzioni o lifting) sia in situzioni complesse come la ricostruzione delle areole mammarie a seguito di interventi di mastectomia. Diffuso l’utilizzo di questa pocedura anche per copriremacchie della pelle causate da vitiligine o invecchiamento dell’epidermide.

Questo metodo si è, poi, largamente diffuso nei saloni di bellezza per la realizzazione del trucco permanente e per interventi di rinfoltimento delle sopracciglia e dei capelli (quest’ultimo è definito Tricopigmentazione).

Bellezza e tecnologia sono un ottimo connubio ma medici e specialisti raccomandano di verificare competenza e qualificazioni del centro o della persona a cui ci si rivolge ogni volta che ci si approccia a un trattamento di tipo estetico, di qualsiasi natura, per evitare sgradite sorprese.

 

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